Il Giustiziere della Notte: la recensione, Bruce Willis ed Eli Roth si vendicano al tempo dei social

07/03/2018 di Redazione

Il Giustiziere della Notte, diretto da Eli Roth  remake del film 1974 con  Charles Bronson che vede ora nei suoi panni Bruce Willis, una storia aggiornata ai nostri tempi social.

Il Giustiziere della Notte, (titolo originale Death Wish) remake dello storico film con protagonista Charles Bronson che sollevò numerose polemiche all’epoca per la violenza estrema presentata, eravamo nel 1974. Il film diretto da Michael Winner era tratto da romanzo omonimo di Brian Garfield del 1972 ambientato a New York. Romanzo che potrete di nuovo trovare in libreria per Fanucci Editore nella collana Time Crime con una cover dedicata al film in uscita.
 
Fa riflettere che nel 2018 quelli che venivano rappresentati come i grandi problemi di microcriminalità endemici nella New York negli anni’70 , sono ora trasferiti a Chicago, città con 500 omicidi nel solo 2017 citando dati reali. Il film di Eli Roth con qualche aggiornamento all’attualità, ed accentuando la parte social che ormai ci coinvolge ogni giorno con video e filmati di omicidi ripresi in diretta e messi online, riesce perfettamente nell’operazione remake, tutt’altro che nostalgico, anzi drammaticamente attuale.
Sarebbe davvero uno svilimento eccedere nell’uso della parola remake sebbene titolo tutto lo sviluppo della storia si attiene in parte a film e romanzo, ma in realtà il regista tocca una corda molto sensibile della cultura USA, quella delle armi, e lo fa in un modo estremamente intelligente.

La pellicola  riesce perfettamente a coinvolgere lo spettatore, che in breve accetta in pieno la violenza  e la vendetta che spinge Bruce Willis nei panni del bravo dottore Paul Kersey,  che il giorno salva delle vite, mentre la notte si trasforma in uno spietato mietitore che uccide senza rimorso i criminali. Un dottore che riesce a superare il dolore per la morte della moglie, mentre la figlia giace in come in ospedale attraverso la vendetta e nella ricerca dei suoi assassini.

Nella storia fa da contraltare Dean Norris (che ricordiamo indimenticabile agente della DEA in Breaking Bad) nei panni del poliziotto che indaga sulla morte della moglie del dottore Kersey per poi imbattersi nel  misterioso vendicatore, mostrandoci anche i limiti delle forze dell’ordine. Tutto si amalgama mettendo lo spettatore di fronte alla scelta che compie il dottor Kersey, se sia giusto armarsi ed uccidere gli aggressori per difendersi, il percorso psicologico di Willis ci accompagna nella prima parte e rispetto alla pellicola originale, Eli Roth sembra quasi voler frenare la violenza che poi si scatenerà nella seconda parte,  dandoci anche qualche tocco splatter qua e là che lo hanno reso famoso. Ma decisamente più efficace ed intelligente è il messaggio che ci lancia sullo strano mercato delle armi degli Stati Uniti dove si può acquistare senza problemi armi automatiche e fucili d’assalto. Giocando proprio sulla fascinazione delle armi da fuoco da sempre  onnipresenti nel cinema americano, riesce a convincerci sull’utilità di comprare per il prossimo  natale un tavolinetto che nasconde un fucile automatico, e ci porta dentro l’assurdo meccanismo di come viene considerato l’uso delle armi da fuoco negli Stati Uniti. Sceneggiatura perfetta scritta da Joe Carnahan,  dove nulla è lasciato al caso, se il primo Giustiziere della Notte è ormai un classico del genere, anche il suo moderno remake in breve potrà entrare di diritto nell’immaginario cinematografico. Ci piace concludere, anche nel ricordo di un grande attore come Charles Bronson, con una frase dello storico primo film che sintetizza in modo fin troppo attuale il drammatico problema dell’uso delle armi da fuoco:
La pistola la rende nervoso ?
Paul Kersey (Charles Bronson): La pistola ha una sua funzione, sono gli idioti con la pistola che mi rendono nervoso.
Voto:4/5

 

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