Il Corriere – The Mule: Eastwood Docet
07/02/2019 di Redazione
Il Corriere – The Mule. Basato su una storia vera, o forse sarebbe meglio scrivere su una incredibile storia vera, Clint Eastwood ci racconta la storia di un’uomo sugli 80 anni che causa della chiusura in malo modo della sua piccola impresa di floricoltore si trova ad accettare un lavoro che richiede solo l’abilità di guida. Lui che nella sua vita ha guidato per 46 stati negli Stati Uniti, senza mai prendere una multa, è la persona perfetta per diventare un corriere della droga di un cartello messicano, in gergo un mulo.
E come un mulo, questa volta nel duplice ruolo di regista e attore Clint ci conduce in uno dei suoi film più intensi, rispettando tutti i canoni cinematografici classici legati ad una storia che ci racconta di un criminale. I poliziotti della Dea che danno la caccia al misterioso corriere, interpretati da Bradley Cooper (che non aspettava altro che recitare accanto al suo idolo, dopo essere stato diretto in The Sniper), affiancato dal collega Michael Peña (Narcos Mexico).
Clint nei panni dell’anziano Earl Stone, che nonostante non sia altro che un criminale, instilla immediatamente una innata simpatia negli spettatori, che si troveranno loro malgrado a gioire delle imprese di un’anziano che porta centinaia di chili di droga in giro per il paese, la causa di morte di moltissimi giovani. Il fascino di un criminale che ci mostra con quale facilità riesce a guadagnare tanti soldi in breve tempo. Earl si ritroverà perfino nella villa del Boss della droga Laton interpretato da Andy Garcia , che adora il suo corriere tanto da regalargli oltre al denaro l’omaggio di simpatiche e suadenti signorine, con il rischio di provocargli un’infarto. Tutta la pellicola è girata come sempre in modo asciutto e semplice da Clint regista, con quel giusto pizzico di ironia, che a modo suo cerca di spiegarci come Earl, floricoltore di successo, tolto dal mercato per colpa di internet, che ha trascurato per tutta la sua vita o quasi moglie e figlia, e cerca di rifarsi con la nipote Iris (interpretata dalla figlia di Clint, Alison Eastwood) pagandogli il suo matrimonio grazie ai soldi facili della droga.
Soldi con i quali in realtà vuole ricomprare l’affetto perduto della figlia, riconquistare la moglie, diventare l’idolo della nipote, tornare al centro dell’attenzione dei suoi amici veterani della guerra di Corea, che aiuta con generose donazioni per il loro centro di ritrovo . Il sogno americano al contrario, probabilmente questa storia poteva essere raccontata e interpretata solo da Clint Eastwood. Molti giornalisti, e crediamo anche gli spettatori, si sono chiesti come mai questa pellicola non abbia ricevuto alcuna menzione o nominations ai tanti premi che fioccano nei mesi invernali, fino agli Oscar di fine febbraio, la risposta è nei viaggi di Earl.
Un personaggio che incontra con il suo furgone quell’America bianca che ha votato Trump, la quale guarda con disprezzo i suoi “amici” messicani, che lo controllano durante uno dei viaggi, mentre fanno una sosta per mangiare il miglior panino al maiale di quello stato. O quando Earl aiuta una famiglia afromericana appellandoli negri, rimanendo stupito dal fatto che ora si dice di “colore”, e poi un incontro con delle bikers lesbiche e tanto altro, tutto riportato con ironia e senza offendere nessuno, ma che non fa altro che mostrare il vero volto dell’America, quella repubblicana che aveva fatto parlare ad Eastwood ad una sedia vuota dove avrebbe dovuto sedere Obama (cosa di cui si è pentito, ma non ne siamo tanto sicuri).
Ma il Corriere – The mule, è anche una storia sulle occasioni perdute, sull’importanza della famiglia, che resta sempre centrale in tutte le storie del regista, sul fatto che nulla può restituirti il passato e ti restano solo pochi bei momenti di felicità nel lungo corso della tua vita. L’ironia della pellicola ci fa pensare che potrebbe quasi essere il testamento cinematografico di Eastwood, cosa già scritta per Gran Torino, in realtà è solamente l’ennesima pagina di un bel cinema che resterà scolpita come le rughe dell’attore. Ora attendiamo il prossimo film, per nostra fortuna Il Corriere – The mule non è l’ultimo film di un bravo attore e di un fantastico regista.