Huawei incontra Schubert: quando la tecnologia supera la fantasia
06/02/2019 di Redazione
Come in uno dei più impensabili film di fantascienza, Huawei ci ha fatto assistere per una sera alla rivoluzione della tecnologia. Dove può spingersi l’intelligenza artificiale? Fino a terminare l’incompiuta sinfonia No. 8 di Schubert in una live performance alla Cadogan Hall di Londra.
Da sempre la multinazionale cinese è leader del settore dell’innovazione, superandone i limiti. Questa volta, spinti dalla voglia di raggiungere un grande traguardo, hanno esplorato il terreno della musica classica, riportando in vita dopo 197 anni la celebre sinfonia di Schubert, completandone i due movimenti finali.
Numerosi musicisti e compositori si erano cimentati nell’impresa, in quella che rimane una delle più affascinanti e leggendarie storie della musica classica. Ora, grazie all’ingegno e allo sforzo creativo del team di Huawei, la sinfonia è tornata in vita completa. L’evento si è tenuto nella storica Cadogan Hall di Londra, dove i 66 elementi della English Session Orchestra si sono esibiti di fronte una platea di oltre 500 ospiti. La sinfonia è stata creata grazie al team di esperti dell’azienda, utilizzando un’intelligenza artificiale che beneficia direttamente della potenza di elaborazione della doppia unità NPU di HUAWEI Mate 20 Pro. Grazie all’analisi del lavoro di Schubert, si è riusciti, tramite il timbro, il tono e il metro dei primi due movimenti, a crearne un terzo che fosse fedele e coerente con il lavoro del grande musicista e compositore.
I motivi per cui Schubert non terminò mai la sinfonia rimangono grandi interrogativi per tutti gli esperti: sarà stato per le pessime condizioni di salute del maestro? O per il troppo lavoro? Qualcuno ha anche ipotizzato che essendosi spinto così oltre, non sapesse poi come portare a termine il movimento. La motivazione di tale mistero resterà sconosciuta, ma chissà cosa avrebbe pensato lo stesso creatore della famosa sinfonia se fosse stato ospite all’evento.
Il maestro Giovanni Allevi, presente alla serata ha rilasciato alcune dichiarazioni:
“È stato fatto un gran bel lavoro, con uno sviluppo compositivo importante e un finale roboante. Nel terzo movimento ho riconosciuto frammenti melodici tratti dal primo, ma anche delle ritmiche assai ardite di 11/16 che sono sicuramente lontane dallo stile dell’epoca, così come alcune armonie vicine al mondo del compositore Debussy. Questo significa che il computer ha dato prova di una creatività senza limiti, che travalica anche i confini temporali dell’epoca in cui è vissuto Schubert. Dobbiamo giudicare quello che abbiamo ascoltato come fosse il primo volo dei fratelli Wright. Cosa sarà di questa tecnologia fra un secolo e mezzo nessuno potrà saperlo, ma è stato bello esserci stati e aver assistito a un lavoro che ha coinvolto centinaia di menti con tecnologie all’avanguardia. Ho letto che sono state applicate reti neurali all’intelligenza artificiale. Vedo positivamente uno sviluppo di questa tecnologia.”
Il maestro Allevi ha poi voluto motivare le sue parole con la filosofia:
“Citando Platone, che dice che l’intelligenza è la capacità che abbiamo di trasformare il mondo intorno a noi, credo che in questo senso una macchina possa essere intelligente perché può aiutare l’uomo a trasformare il mondo e renderlo meno difficile. È uno strumento a servizio dell’uomo che non deve spaventare, non gli si rivolterà contro. Citando anche Kant, dove nella Critica della ragion Pura afferma l’impossibilità di ogni essere umano di conoscere l’anima, se non riusciamo ad afferrarla come potremo mai infonderla a una macchina? Tutti questi elementi filosofici mi danno la speranza che l’unicità, la genialità e l’anima di un essere umano sapranno mantenere il primato su una macchina, che al tempo stesso può compiere passi avanti straordinari per aiutare l’uomo a superare tante sue difficoltà, come è stato nel passato, e sarà nel futuro.”
Ospite insieme ad Allevi, che ha deliziato i giornalisti con le sue parole, anche l’esperto di musica e conduttore tv Rudy Zerbi che ha affermato
“Da un’intelligenza artificiale ci si aspettava una copia, una replica, invece ho assistito alla composizione di qualcosa di completamente nuovo. Ha stupito tutti noi, non ce l’aspettavamo.”
Il Team di Huawei si è avvalso, per il progetto, della collaborazione Lucas Cantor, famoso musicista e compositore, come dichiarato dal presidente dell’azienda Walter Ji:
“Abbiamo utilizzato il potere dell’AI per spingerci oltre i confini di ciò che è umanamente possibile e mostrare il ruolo positivo che la tecnologia ricopre nella cultura moderna. Se il nostro smartphone è così intelligente da fare questo, dove potrà spingersi ancora?”
Questo di certo non possiamo saperlo, ma sarà bellissimo assistere ad ogni innovazione e rivoluzione che il mondo vorrà offrirci, come il meraviglioso lavoro fatto da Huawei sull’incompiuta, ora non più, sinfonia No.8 di Schubert.