Guardiani della Galassia Vol. 3: James Gunn licenziato dalla Disney
21/07/2018 di Redazione
Il regista di Guardiani della Galassia Vol. 3 è stato licenziato dai Walt Disney Studios: il motivo sarebbero dei tweet controversi da lui scritti anni fa.
“L’atteggiamento offensivo e le affermazioni sul feed di Twitter di James sono indifendibili e inconsistenti con i valori dei nostri studio, e abbiamo reciso i nostri rapporti d’affari con lui.”
Prima di rimuovere il proprio account, James Gunn ha lasciato un ultimo tweet:
“Molete persone che hanno seguito la mia carriera sanno quando ho cominciato, ho visto me stesso come un provocatore, facendo film e facendo battute che erano oltraggiose e tabù. Avendo discusso pubblicamente molte volte, come mi sono sviluppato in quanto persona, così il mio lavoro e il mio humor.”
I tweet incriminati, che risalgono al 2008 e al 2009, sono stati denunciati dal sito conservatore The Daily Caller. Alcuni chiedevano ai follower di chiedere spiegazioni a Gunn al Comic-Con. L’ex regista de I Guardiani della Galassia Vol. 3, infatti, sarebbe dovuto apparire al San Diego Comic-Con proprio oggi. È comunque non confermato se a questo punto ci sarà o meno.
James Gunn ha poi rilasciato un lungo e accorato comunicato, come riporta Deadline, in cui dice di accettare la decisione intrapresa dalla Disney:
“Le mie parole di quasi un decennio fa erano, al tempo, erano tentativi completamente sbagliati e infelici di essere provocatorio. Li ho ripudiati molti anni dopo non solo perché erano stupidi, niente affatto divertenti, selvaggiamente insensibili, e certamente non provocatori come avevo sperato, ma anche perché non riflettono la persona che sono oggi e da un po’ di tempo. Indipendentemente da quanto tempo è passato, capisco e accetto la decisione aziendale presa oggi. Anche così tanti anni dopo, mi prendo piena responsabilità per la condotta che ho avuto a quel tempo. Tutto ciò che posso fare adesso, oltre che offrire il mio pentimento sincero che viene dal cuore, è essere il miglior essere umano possibile: aperto, comprensivo, attento alla parità, e ancora di più alle mie dichiarazioni pubbliche e i miei obblighi sui nostri discorsi. A chiunque dentro la mia industria e oltre, offro di nuovo le mie più profonde scuse”.
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