Fabrizio De Andrè. Principe libero: Luca Marinelli, Dori Ghezzi, Valentina Bellè in conferenza stampa

20/01/2018 di Redazione

Il resoconto della conferenza stampa di Fabrizio De Andrè. Principe libero con il protagonista Luca Marinelli.

Si è svolta a Milano presso il Palazzo del cinena la conferenza stampa dedicata al nuovo film di Luca Facchini: “Fabrizio De Andrè. Principe Libero” che racconta la vita dell’immenso artista genovese. Erano presenti all’ evento Eleonora Andreatta (Direttore Rai Fiction), Angelo Barbagallo (Produttore Bibi Film), Angelo Teodoli (Direttore Rai 1), Dori Ghezzi, il regista Luca Facchini, gli sceneggiatori Giordano Meacci, Francesca Serafini e i protagonisti: Luca Marinelli, Valentina Bellè, Elena Radonicich.
La prima a prendere parola è stata Eleonora Andreatta, Direttore Rai Fiction: 

” Molte trasformazioni le abbiamo fatte insieme ad Angelo Barbagallo (produttore) che ogni volta porta progetti nuovi di qualità, ma l’elemento nuovo è anche quello della distribuzione per chi vuole questo film, è una prima volta in cui un prodotto che andrà nella grande catena generalista di RAI 1 viene distribuito, con una distribuzione ampia da una grande società come NEXO.
Una biografia diversa dal solito, come tutte le biografie è una rilettura che compiono prima gli sceneggiatori, dopo la regia e poi il cast, perchè appunto non è un documentario e ogni film è un tradimento. Bisogna tradire per essere fedeli a quella che è l’essenza del personaggio che si racconta. In questo caso un altro elemento diverso  è quello che non solo raccontiamo il protagonista, ma protagonista sono le musiche, le canzoni di Fabrizio De Andrè. Voi avrete notato che in questo film, non c’è una colonna sonora diversa dalla musica di De Andrè e sono le canzoni che ci portano l’eco sin dai titoli di testa. Questa è stata una scelta artistica che ha reso questo flm diverso dal solito perchè i fatti biogafrici che abbiamo scelto sono stati determinati dalle canzoni.
È stata una lunga gestazione, nel momento in cui è partito il film tutti insieme abbiamo scelto  il protagonista Luca Marinelli, un protagonista fuori dagli schemi che ha avuto la capacità di interpretare l’anima senza cadere nella tentazione del mimetismo e questo lo rende unico. In questa storia ci ha tenuto per mano Dori Ghezzi che, con una generosità assoluta, è stata per noi il motivo che ci ha permesso di sentire che eravamo dentro un cuore pulsante di questo spaccato straordinario di vita”.
 


 
Seguita dall’ intervento di Dori Ghezzi:

“Abbiamo messo tutte le nostre buone intenzioni, il nostro cuore, è stato molto dibattuto questo film e poi, abbiamo dovuto attendere appunto, nel momento in cui eravamo convinti che la sceneggiatura era giusta, sceneggiatura fatta tra l’altro da persone giovani ma che hanno avuto la possibilità di incontrare Fabrizio molti anni prima,  e che sono cresciuti seguendo le musiche di Fabrizio De Andrè, stando attenti all’uomo. Alla sua umanità e questo riguarda anche il regista Luca Facchini che a sua volta anche attraverso Fernanda Pivano e poi conoscendo me, in qualche modo ha incontrato Fabrizio. Io ho voluto dare fiducia a dei giovani come ha fatto anche Fabrizio con Piovani, con Francesco De Gregori che erano veramente dei ragazzi ancora emergenti, e questo forse, con un po’ di presunzione ho voluto dare una possibilità a delle persone che si sono presentate con dei progetti e che mi hanno conquistata per come me le hanno presentate.
Da li è cominciato il tutto, abbiamo provato senza tralasciare nessun impegno. In certi casi hanno dovuto convincere me ed in certi casi, ho convinto loro. Sono dovuta scendere a compromessi. Io non conoscevo il metodo della drammaturgia cinematografica, per cui hanno dovuto anche farmi capire che per seguire un certo flusso a volte bisogna anche tradire la realtà, mantenendo l’essenza dei personaggi. Tutto questo non poteva cominciare senza il protagonista e se abbiamo aspettato tanto tempo è perchè stavamo aspettando Luca Marinelli, dopo di che abbiamo individuato in lui veramente una persona più credibile, quando me l’hanno proposto, non è che conoscessi molto bene Luca ma ho visto il primo film “Tutti i santi giorni” e da li ho capito che poteva avere tutte le caratteristiche e la sensibilità per entrare nel ruolo di Fabrizio. La mia più grande sofferenza forse è stata quella di dover lasciare fuori dal film molte persone importanti per me e Fabrizio, vari collaboratori, molte amicizie. Nina per esempio, famosa per la canzone che gli ha dedicato, che ci doveva essere all’ inizio ma poi, per problemi di tempi, era saltata la prima parte di Fabrizio bambino quando l’ha conosciuto, io poi l’avrei rincontrata successivamente. Saltando la prima parte, non era possibile metterla nella seconda. Mi manca Lorenza Bozano, dove a casa sua si trovavano Paolo Villaggio e Fabrizio a divertirsi i fine settimana e dove tutti gli artisti che passavano di li si ritrovavano e, se ci sono delle foto che vedono Fabrizio con Anna Magnani, è proprio a casa di questa Bozano. Personaggi che hanno avuto un peso grande nella vita Fabrizio ma che non potevano starci. Abbiamo dovuto fare una scelta seguendo la scelta della drammaturgia scegliendo di rappresentare Fabrizio in quegli aspetti che non tutti conoscono come quello familiare, quello umano, le sue esigenze di liberarsi di determinati fardelli e maschere per poter diventare quindi Fabrizio De Andrè. Ricercando la libertà in tutta la sua vita per poi essere tradito dal sequestro, che anche quello in qualche modo è riuscito a farci crescere e a liberarci una seconda volta.
Abbiamo avuto  degli attori straordinari come avete visto, vi dico una cosa, un particolare, sul set a Genova è venuta mia cognata Flavia moglie di Mauro Fratello di Fabrizio e si è commossa vedendo Davide Iacopini, allora a questo punto, vuol dire che no abbiamo commesso tanti errori.
 

Dal regista Luca Facchini:

“L’aspetto molto significativo per me era l’orgoglio di aver potuto fare questo film, di aver potuto portare coloro che hanno lavorato con me dall’inizio, Francesca Giordano nel mondo di Fabrizio attraverso Dori, di aver portato questi attori insieme in questo progetto, mi sento molto beneficiato dalla sorte.
Poi si parla di Fabrizio de Andrè di cui io sono un fan sfegatato da sempre, però penso di averlo capito non ancora interamente perché non credo sia una cosa facile, però sempre di più facendo questo film perché comunque c’è stato anche un lungo studio, una lunga preparazione e vengono fuori degli elementi per cui io non penso che Luca interpreti Fabrizio de Andrè, penso che lo rappresenti che è una cosa diversa e lo fa in una maniera consolidata, con grade naturalezza, senza rincorrerlo, che poi è un lavoro che abbiamo fatto con tutti gli attori, che si sono portati dentro i personaggi di cui volevamo raccontare la storia, non siamo dovuti correre alle spalle dei personaggi che avrebbe reso tutto molto complesso e artefatto.
L’ultima nota è che Fabrizio per me, e me ne sono reso conto in questo film in maniera più chiara, è un uomo che non ha mai trasformato l’etica in moralismo, l’estetica in estetismo, non ha mai usato la conoscenza per asservire altro che la libertà, e per me raccontarla è stato un sogno. E dopo aver raccontato Fernanda Pivano, mi è toccato De Andrè, ne sono orgogliosissimo e spero che il film vi sia piaciuto”.

Quanta Paura hai avuto a cantare le canzoni di Fabrizio De Andrè e quanto lavoro c’è stato di preparazione?

Luca Marinelli: ” La mia non era paura, ma terrore puro. Mi ricordo che prima di incontrare loro, mandai un messaggio ad un mio amico fraterno, fu quello che mi regalò “Storia di un impiegato” facendosi promettere che ogni volta che l’avrei ascoltato, avrei dovuto ascoltarlo dall’inizio alla fine come un racconto, e non solo la canzone che mi piaceva di più. Mandai un messaggio a lui dicendogli che l’indomani avrei incontrato Dori Ghezzi e che forse avrei fatto questo film su Fabrizio De Andrè, e lui dopo pochi secondi mi rispose “Ma che sei pazzo?” e poi non parlammo più per settimane, io gli mandavo foto e lui il nulla. Ero veramente terrorizzato, non avevo idea di cosa fare, pero’ non è arrivato subito questo pensiero, poi ho capito che la cosa migliore fosse creare un personaggio, in questo universo parallelo creare un Fabrizio De Andrè che non è Fabrizio De Andrè perchè sono io e questo mi ha dato un pò più di tranquillità. Quello che ho fatto è una mia idea che poi appunto aveva una guida ma, questo universo parallelo è un pensiero, e averlo capito mi ha aiutato molto”.

 

Come ti sei misurata con questo personaggio, sotto lo sguardo presente di Dori Ghezzi, e soprattutto con la responsabilità grande di raccontare la dimensione privata del loro grande amore

Valentina Bellè: “Con Dori ci siamo incontrate a Milano, a casa sua, quindi fin da subito sono stata proprio accolta in famiglia, abbiamo passato tantissimo tempo insieme, lei sin da subito è stata estremamente disponibile ad aprirsi, a raccontarsi ed io mi sono presa tutto. Certo, averla sul set, mi terrorizzava per ovvi motivi, pero’ lei era li per amore del film, per amore di tutti ed il mio imbarazzo era più egocentrico che altro ho preso solo il buono. E poi, avere il proprio personaggio seduto dietro il monitor è stupendo in realtà perchè ti porta a capire e a rispettare il tuo personaggio”.

Quanto si è dovuto preparare in particolare per le parti cantate, perchè mi sembrano molto credibili e poi, i dischi di De Andrè, ogni  disco dietro, c’era veramente un mondo che esprimeva in maniera straordinaria e questa forse è una parte che nel film è un po’ solo accennata, allora chiedo se è una scelta obbligata perchè quando si fanno fiction si raccontano storie personali e se qualcuno ha un rammarico per il fatto che questo aspetto così importante di quello che ci ha lasciato Fabrizio De Andrè nel film viene fuori solo raramente.

Luca Marinelli: “Vi ringrazio per la domanda così posso ringraziare altre persone. C’è stato un lavoro meraviglioso parallelo per il quale ringrazio sempre Tony che mi ha tenuto per mano quando ci sono stati dei momenti dove avrei voluto essere in qualsiasi altro posto tranne che in sala di incisione, abbiamo fatto un lavoro bellissimo, non mi scorderò mai quando abbiamo inciso la canzone dell’amore perduto che è stata una sera meravigliosa dove ci siamo messi lì e qualcosa mi hanno strappato fuori; quello è stato un lavoro parallelo meraviglioso.
E ringrazio tutti quanti i musicisti che hanno suonato con noi, è stato un lavoro bellissimo ed è il secondo regalo di questo film parallelo”.

 

Dori Ghezzi: Dico di più, tanto lo avete visto. Che giudizi posso dare più che positivi e strabilianti direi insomma. Vorrei però per il personaggio che ho dimenticato qui ed interpretato molto molto bene che è Luigi Tenco e che mi ha conquistato Matteo Martari che sembra Luigi Tenco, c’è stata una magia in questo film dove veramente grazie anche forse a chi ha fatto il casting e quindi alla produzione, c’è stata una osmosi tale, compresa la troupe, vorrei ringraziare dal primo all’ultimo della troupe che volevano sul set capire Fabrizio, facevano domande e lavorare qualcosa di cui avere la certezza di conoscere, è stato commovente…al punto tale, racconto un episodio successo sul set: fine del sequestro, liberazione, stop del regista e un applauso da parte della troupe ed è stata una cosa dopo ore e ore al freddo bestiale di quei giorni in Sardegna di notte è stato veramente un momento molto molto emozionante per farti capire l’atmosfera che c’era, eravamo tutti compatti e compiti di voler fare la cosa che avevamo in testa e nel cuore.
 

Poi una semplice curiosità se Villaggio, visto che chi lo interpreta è fedelissimo e notevole, ha fatto in tempo a vederti?

Gianluca Gobbi: “No, perchè quando ti scontri contro giganti contemporanei non hai la possibilità di studiarli, o meglio non puoi fingere e quindi non devi imitarli, li devi onorare e assecondare”.

 

 
Per forza di cose visto i tempi molti dei personaggi non ci sono più, quindi sono stati realizzati e seguiti senza il loro beneplacito e supporto. Qual era stato il tuo impegno personale sul personaggio, quando hai corretto e quanto sei intervenuta, volevo capire la partecipazione e adesione alla storia di Cristiano. Poi mi chiedevo come mai i banditi hanno l’inflessione sarda, Bernardini ce l’ha assolutamente toscana, i discografici iniziali napoletana ma si sente pochissimo Genova come lingua, come calata.
 

Dori Ghezzi: “Probabilmente se avessimo dovuto aspettare un attore genovese per realizzare questo film magari non ci saremmo ancora riusciti; a me sembra che Davide Iacopini ce l’abbia questo accento che tra l’altro non è neanche necessario perchè la famiglia di de Andrè è una famiglia di piemontesi, quindi non parlavano con accento genovese. Fabrizio parlava in modo neutro e, se voleva scherzare, lo faceva in napoletano quindi non ci stava; quindi non valuterei proprio questo fatto. Anche Paolo Villaggio , che ha avuto l’opportunità di leggere la sceneggiatura ha detto togliere “Belin” perchè non l’aveva mai detto in vita sua. Sono nati a Genova e basta, ma sono figli dell’universo.
Cristiano non è neanche in Italia, è in vacanza, quando tornerà vedrà il film e capirà che del male non abbiamo fatto”.

 
 

Angelo Barbagallo ha poi così concluso:

“Volevo dire che io sono contento, il lavoro che faccio una delle cose belle è che si fanno degli incontri. Io producendo questo film ho conosciuto meglio Fabrizio, mi sono avvicinato a De Andrè, ho conosciuto, Dori, Luca, poi l’altro Luca, una serie di incontri formidabili. Quando ci siamo incontrati con Dori la prima volta gli avevo fatto una promessa: per me io faccio questo lavoro con un obbiettivo. Spero che alla fine tu dirai “sono contenta”. Mi sembra che stamatina ha detto che è contenta.
Per cui ho rispettato il mio patto con lei e questo per come sono io è importante”.

 

 
Non ci resta che aspettare la messa in onda su Rai1 in due serate, il 13 e 14 febbraio ma per chi fosse troppo curioso, ricordiamo che il film sarà disponibile al cinema in 300 sale solo nei giorni 23 e il 24 gennaio, distribuito da Nexo.

Share this article