Daredevil 3: La caduta e la redenzione di un eroe – Pilot Review

20/10/2018 di Redazione

Ho visto i primi 3 episodi di Daredevil 3, disponibile dal 19 ottobre sulle piattaforma Netflix. Chi si aspettava un calo di tensione, ritmo o temeva una sovrapposizione con il fumetto di Miller, resterà leggermente deluso. Daredevil 3 è tornato con la stessa forza espressiva della stagione 1.

Sinossi di Daredevil 3.

Scampato alla morte, Matt Murdock viene curato presso l’orfanotrofio nel quale ha vissuto da piccolo. Ripresosi, tornerà per le strade di Hell’s Kitchen per contrastare il suo nemico più pericoloso: Wilson Fisk che forse sa già tutto sull’dentità segreta di Murdock e cioè Daredevil.

I personaggi principali.

Matt Murdock.

In questi primi episodi, Matt Murdock (Charlie Cox), cerca di curare più le ferite dell’animo che quelle del corpo. La perdita di Elektra, la morte sfiorata, la comprensione del bene e del male, del fare o meno la cosa giusta, rendono il personaggio problematico e quasi spaesato.

Daredevil 3:Suor Maggie con Matt.

Un copione calibrato per la bravura di Cox, ci restituisce tutto il patimento interiore, legato anche alla sacralità del luogo (l’orfanotrofio è gestito da suore), la tornentata risalita non tanto dell’eroe ma dell’uomo. Interessanti i dialoghi con Suor Maggie (Joanne Whalley), che ci restituiscono tutta l’umana comprensione e delicatezza di una madre con il proprio figlio che sta perdendo la propria identità, cieco non fisicamente ma nell’animo.
Matt Murdock non è solo un uomo alla ricerca della guarigione del corpo come abbiamo visto, ma anche e soprattutto un’anima senza scopo e nessun prete o suora potrà mai indicargli il modo migliore per trovare la propria strada.
La decisione di restare fedele più all’eroe che all’uomo, affossa in qualche modo Matt a favore del suo alter ego eroico Daredevil e questo lo costringerà a scelte estreme inclusa quella di allontanarsi dai suoi amici Foggy e soprattutto Karen Page.

Karen Page.

Ho sempre difficoltà nell’essere obiettivo quando parlo del personaggio di Karen perché resto incantato per dieci minuti circa dagli occhioni azzurri di Deborah Ann Woll, nei quali mi perdo competamente. Karen lo sappiamo, non è una donna fragile anche se tutto potrebbe farlo credere, la conosciamo bene fin dai tempi di Daredevil 1.
La sua forza è insita nella sua testardaggine, nel suo voler inseguire la verità andando oltre le convenzioni e utilizzando il suo grande intuito femminile, una specie di superpotere che noi uomini invidiamo fortemente alle donne.

Daredevil 3: Karen Page.

Lei è l’unica che sa che Matt non è morto, lo sente dentro di sè così come sentiva forte il dolore di Castle quando lo vedeva anche se tutto sembrava andargli contro, lei sapeva sempre che dietro la brutalità c’era un infinito dolore. Karen paga le bollette di casa Murdock, l’affitto e tiene la casa in ordine come se sapesse che presto o tardi lui tornerà e non importa se non si amano, se il suo essere eroe lo allontana dagli affetti, lei conosce l’uomo dietro la maschera meglio di qualasiasi altra persona e credo che a volte maledica un po’ questa sua abilità nel sondare l’animo umano.

Wilson Fisk.

Vincent D’Onofrio. Devo aggiungere altro? Uno dei cattivi migliori e più sfaccettati del mondo seriale attuale. Sorretto da una sceneggiatura finalmente all’altezza, il personaggio di Wilson Fisk assume in questi primi episodi anche il ruolo di voce della coscienza di Matt, perché lui è in qualche modo entrato nell’animo di Daredevil come un veleno, una cancrena che il protagonista prova a togliersi ma senza successo.

Daredevil 3: Wilson Fisk.

In fondo Fisk è ormai parte di Daredevil quanto Daredevil è parte di Fisk. Solo un attore come D’Onofrio poteva ridarci intatta la forza espressiva di un uomo come Fisk. Daredevil 2 ha fortemente risentito della sua assenza, ma in questa stagione 3 tutto sembra concentrarsi nella lotta fra lui e il diavolo di Hell’s Kitchen, ma non è come si potrebbe pensare una lotta fra male e bene, quanto piuttosto una contrapposizione di uomini spinti contro dagli eventi, dalle scelte, dal destino.
Daredevil: confronto fra Matt e Foggy.

L’incontro diretto fra i due non c’è stato, Fisk però ha dato corpo in queste puntate ad una convinzione a mio parere maturata in carcere da tempo e cioè che Matt Murdock fosse davvero Daredevil. Serviva una conferma, qualcosa che gli dimostrasse con i fatti che la sua teoria fosse corretta e la spettacolare scena di lotta nel carcere è forse la definitiva conferma dei suoi sospetti.
La genialità degli showrunner è stata in qualche modo quella di seguire il filo logico del personaggio Fisk creato per la serie Netflix. Per quanto puoi restare nell’ombra di un uomo capace di manipolare le persone e pianificare a lungo termine e soprattutto in grado di nutrire un odio inesauribile per colui che lo ha incarcerato?

Foggy Nelson.

L’amico di sempre di Matt. La perdita dell’amico lo ha come sconvolto, ma anche il pensiero che Fisk sia libero lo terrorizza. Foggy non sembra avere lo stesso spessore di una Karen Page o il carisma di un Fisk, eppure è interessante seguirlo perché fra tutti i protagonisti è forse l’unico davvero umano. Insomma l’unico personaggio che in qualche modo vive una dimensione normale e più vicina alla nostra.
Vedere le sue paure, le sue reazioni è interessante perché forse rispecchiano le nostre reazioni se davvero ci trovassimo sotto la minaccia di un delinquente, o ritrovassimo l’amico creduto morto. Per me Foggy è tutto questo, Vedremo nel proseguimento della serie come il suo personaggio evolverà.

Analisi e conclusioni sui primi episodi di Daredevil 3.

La serie sembra come rigenerata dopo il giro a vuoto o quasi della stagione 2. Gli showrunner, hanno ripreso le fila lasciate nella stagione 1 per andare all’essenza del personaggio di Matt Murdock e di Daredevil.
La sua risalita verso la convinzione che Dio ormai non può salvarlo e che il suo unico scopo è quello di essere Daredevil è fatto anche dai dialoghi molto ben scritti fra Matt e Suor Maggie, un confronto fra chi ha perduto la fede e l’identità e chi invece vive dentro la fede e crede in Dio malgrado tutto vada contro questa convinzione.

Wilson Bethel.

In questi primi 3 episodi malgrado i dialoghi, i flashback e i momenti a volte un po’ pesanti, soprattutto all’inizio, la serie riesce ad attrarre anche chi si avvicina alle serie Marvel/Netflix per la prima volta e forse questo è davvero il bello di Daredevil 3: offre a tutti la possibilità di farsi vedere anche se non hai mai visto le due stagione precedenti.
Questo grazie ad un ampio riassunto che spiega come i personaggi sono giunti nella situazione in cui si trovano ma senza togliere il piacere di andare a vedere le stagioni precedenti o The Defenders. Lo spettatore può scegliere se seguire Daredevil 3 o approfondire meglio, ma in ogni caso si trova davanti ad una storia che fin dall’inizio si dipana veloce e rapida anche  nella sua violenta drammaticità. Tutti bene o male vengono risucchiati dentro il piano di Fisk e vedremo negli episodi successivi come tutto questo trasformerà le loro vite.
Daredevil 3: La lotta continua.

A mio avviso la nuova stagione di Daredevil si presenta molto bene. Un giudizio definitivo lo riservo alla recensione finale che potrete leggere fra qualche giorno, ma se questo è l’inizio possiamo dire che Daredevil è tornato più forte che mai e si candida alla stagione 4 con tutte le carte in regola.
Passo e chiudo.
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