Chicago Med 3×13 – Recensione: La libertà di scelta

30/03/2018 di Redazione

I rapporti vengono messi alla prova in questo episodio di Chicago Med 3. Natalie e Will tornano a scontrarsi, il Dr. Charles cerca di proteggere Sarah mentre Connor e Ava hanno un solo cuore per due pazienti. 

Una linea sottile divide tutte la storie (o quasi) che vengono raccontate in questo episodio di Chicago Med 3. Ogni punto di vista ha una ragione forte a cui aggrapparsi. E mentre ascolto le parole di tutti i medici del Chicago Med, mi rendo conto che non posso decidere chi ha torto e chi ha ragione. Ancora una volta tornano le parole di Will dette ad April nello scorso episodio di Chicago Med.
Con Connor Rhodes e Ava Bekker inizia questo episodio di Chicago Med. Due pazienti che hanno bisogno di un cuore e un solo organo pronto per essere trapiantato. Il rischio di rigetto esiste per entrambi. Il paziente del Dr. Rhodes non ha mai avuto una possibilità, e non ne avrà più se non riceverà quel cuore. Il paziente che la Dr. Bekker ha in cura riceverebbe il terzo trapianto. Ad ogni nuovo cuore che viene trapiantato il rischio di rigetto è sempre più alto. Ma è anche vero che non esiste un limite a quanti organi può ricevere una persona, e non spetta a Connor manipolare la lista.
Chicago Med
Chicago Med 3

Ma il paziente della Bekker può sopravvivere con il cuore artificiale. Quello di Connor non ha più tempo. I pensieri continuano per tutto il corso dell’episodio di Chicago Med. E la sola conclusione che riesco a trarre è che quelle regole esistono per un motivo. Connor le ha manipolate, seppur per un buon motivo. Ma il sorriso accennato da Ava al termine dell’episodio di Chicago Med mi porta a pensare che, in ogni caso, c’è sempre un lieto fine per cui essere felici.
C’è anche Will, solo per un momento, insieme a Connor. E in quell’istante mi chiedo ancora una volta perché Chicago Med non abbia creato un legame, un rapporto, tra questi due personaggi. Sarebbe stato bello, potrebbe esserlo ancora. Facciamoci un pensierino.
La linea tra Natalie e Will è forse un po’ più sottile. Questa volta parliamo di un ragazzo in stato vegetale. Di una madre pronta a fare qualsiasi cosa pur di aiutare il figlio a liberarsi da quel dolore che potrebbe finire se solo qualcuno lo ascoltasse. Ma siamo sicuri che questo sia il suo volere? Questa è la domanda di Will. Quando il paziente di Natalie arriva al Chicago Med, c’è sua madre con lui. Un incidente ha cambiato tutto e da quel momento, quella madre si è presa cura di suo figlio.
Chicago Med
Chicago Med

Poi il tubo sporco. Stanca dopo essersi annullata per lui? No, lo sguardo di quella madre dice tutto ciò che verrà confermato di lì a poco: suicidio assistito. Si sarebbe voluta spostare in un luogo la cui legge lo prevede, ma suo figlio non è in fin di vita. E in questo caos di sentimenti che provo nel vedere una madre combattere per un figlio che non può parlare, e Will che cerca di fare la cosa giusta proprio perché quel paziente non può dire ciò che vuole, c’è una sola certezza. Se l’obiettivo degli autori è farmi odiare April, stanno facendo un ottimo lavoro. Cosa mi significa raccontare a Natalie quello che era accaduto? Siamo tornati alle elementari?
Natalie racconta le parole di quella madre a Will. Il Dr. Halstead decide di chiamare la polizia. Si tratta di omicidio. E’ una cosa diversa da ciò che ha fatto lui. Quel paziente ha chiesto in modo chiaro cosa voleva. Quel ragazzo no. Ma chi ci dice che quella mamma non sapesse realmente cosa voleva suo figlio? Sono favorevole al suicidio assistito. Quella madre non voleva liberarsi di suo figlio. Voleva proteggerlo per l’ultima volta. Questa è la sola verità che sono riuscita a vedere.

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