Chicago Fire 7×20 – Recensione: L’istinto di Kelly Severide
12/05/2019 di Redazione
Il ventesimo episodio di Chicago Fire 7 unisce momenti intensi a scene indimenticabili accanto a Mouch, Otis, Joe, Stella ed Hermann.
L’istinto di Kelly Severide non sbaglia mai. Lo sapevamo nella prima stagione, e lo sappiamo dopo sette anni trascorsi con Chicago Fire. Il detective/tenente Severide è tornato. Otis, Mouch, Hermann, Stella e Joe ne combinano un’altra delle loro. Tra sorrisi ed emozioni difficili da contenere, la verità è che potrei stare a guardare Chicago Fire per ore e ore senza stancarmi mai. E questo lo devo ad ognuno di loro. La combinazione tra comedy e drama resta uno dei punti di forza di questo show. E in questo episodio, nel mezzo, Matt Casey e Silvye Brett. Derek Haas prepara il terreno e noi siamo decisamente pronti a questo nuovo inizio.
Nel nuovo episodio di Chicago Fire 7, Kelly Severide cerca di aiutare una donna a capire chi ha ucciso il suo cane e incendiato il suo salone. Le indagini conducono però proprio a lei, alla donna con cui Kelly ha stabilito una connessione. “Non è stata lei, posso garantirglielo”. Il tenente della 51 segue il suo istinto. Le indagini hanno inizio mentre Stella continua a cercarlo. A provare ad entrare nella sua vita come amica. Ma Quali amici. Qui vogliamo gli Stellaride. E li vogliamo adesso!!!
Quell’incendio ha qualcosa di familiare. Qualcosa che ha già visto in passato. E’ bastato un oggetto per far scattare la scintilla (scusate il gioco di parole). Ed è in questo momento che Kelly torna nella baita di Benny, quel posto in cui ha trascorso tanto tempo, ma che non riesce ad affrontare. Benny ha dato la caccia a quell’uomo per 15 anni della sua vita. Sarà lui adesso a fermarlo? Conoscendo Chicago Fire è probabile che il tenente decida di raccogliere l’eredità di suo padre. E chissà che dopo aver consegnato quest’uomo magari nelle mani di Hank Voight, non decida che è arrivato il momento di tornare accanto a Stella.
Intanto, una nuova marachella per Kidd, Otis, Hermann, Mouch e Cruz. Con un fantastico Wallace Boden a chiudere la scena. I ragazzi della 51 non sono cleptomani o dei ladri. Non hanno rubato nulla dalla Caserma 27. Boden lo sa ed è per questo che difende i suoi uomini con il Comandante. Una strigliata come solo il Capo sa farle. Degna di entrare nella storia di Chicago Fire. Soprattutto perché pochi istanti dopo, misteriosamente, quell’oggetto compare nella Caserma, dietro uno scaffale.