Chicago Fire 7×18 – Recensione: Il mai una gioia di Kelly Severide

06/04/2019 di Redazione

Il 18esimo episodio di Chicago Fire 7 premia il coraggio e l’integrità di Joe Cruz mentre Kelly Severide assapora l’ennesimo ‘mai una gioia’.

Derek Haas ci aveva avvertiti: al termine di questo episodio di Chicago Fire, avremmo avuto qualcosa da dire sulle sue scelte. Nuove ma che percorrono sempre la stessa strada. Il mai una gioia di Chicago Fire è dedicato ancora una volta a Kelly Severide, e questa volta in un modo che non avevo visto arrivare. Wallace Boden ci mostra intanto parte del suo passato, e si rivela ancora una volta l’uomo giusto al momento giusto.

Poi c’è stato quel momento. Quello tra Joe Cruz e Kelly Severide. Quel riconoscimento appuntato al petto dal suo tenente, dall’uomo che ha scelto di seguire. Da cui vuole imparare. Nel mezzo, un boccale, Hermann, Otis e Stella con quelle risate che non possono mai mancare.

Chicago Fire

Il 18esimo episodio di Chicago Fire 7 premia Joe Cruz. Dopo aver aiutato Voight e aver affrontato una situazione difficile, lo stesso sergente dell’Intelligence menziona Cruz per un encomio speciale. Ma qualcosa non va. Durante una chiamata, Joe agisce senza eseguire gli ordini di Severide. Si vanta tornato in Caserma, ma il tenente ha qualcosa da dire. Nonostante le cose siano andate per il verso giusto, Severide ha dato quegli ordini dopo aver esaminato attentamente la situazione. D’altra parte, se è diventato tenente un motivo ci sarà.

Joe tiene la testa bassa. Il solo pensiero è probabilmente quello di dimostrare al tenente Severide di meritare quella divisa. La visita di Jay, per informare della cerimonia, arriva dopo le parole di Severide. E l’entusiasmo di Joe si perde nel dubbio di non meritare quel riconoscimento. Per fortuna c’è Brett a ricordargli chi è realmente, e ad informare Severide del premio. Ed è questo il momento più emozionante di questo episodio di Chicago Fire. Un Joe commosso che rivede sé stesso attraverso le parole del suo tenente.

Chicago Fire

Le parole di Severide emozionano Cruz, Brett e ognuno di noi. Chicago Fire, giunto alla settima stagione, continua a non deludere. A coinvolgerci e colpirci in ogni momento.

Una chiamata che diventa personale per Wallace Boden quando una persona che ha amato torna nella sua vita. Un incendio e una donna in pericolo. Che ha bisogno di aiuto. Ma chiederlo è difficile, soprattutto se il problema è la persona che si ama di più al mondo. E questo è il caso della donna senza la quale Boden non avrebbe superato gli anni del liceo. E’ Casey il primo a rendersene conto, un Matt che vediamo poco ma che sembra essere tornato quello di sempre.

C’è qualcosa che non quadra in quell’incendio. Qualcuno lo ha provocato. Boden cerca di aiutare la sua amica, non riesce e non può stare con le mani in mano aspettando che accada qualcosa. Se poi c’è Donna al suo fianco, nulla può storto. Boden bussa alla porta di una persona a cui ha voluto bene. Avrebbe agito allo stesso modo anche se quella donna fosse stata una sconosciuta. Perché è questo che fanno gli uomini e le donne della 51. Ce lo ha ricordato Stella Kidd.

Un ragazzo dipendente dalla droga e l’amore incondizionato di una madre. Alla testa di Wallace Boden c’è una pistola puntata. E come direbbe Gabby Dawson “ancora non mi piace quando ti puntano un’arma contro“. Negli ultimi giorni, Boden non ha fatto altro che scontrarsi con Donna per quel bambino che ha solo quattro anni. Il bastone o la carota? Wallace Boden, in uno dei momenti più critici della sua vita, riesce ad usare entrambi. E ad aiutare un ragazzo che aveva bisogno proprio di lui.

Andate a pagina due per la seconda parte della recensione

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