Cannes 2018: Martin Scorsese riceve la Carrosse d’or e dichiara “Netflix permette di arrivare ai giovani”
10/05/2018 di Thomas Cardinali
Bagno di folla come mai prima d’ora a Cannes per Martin Scorsese, che ha parlato del passato ma anche del futuro del cinema alla cerimonia di consegna della Carrosse d’Or.
L’incontro è iniziato alle 14 – i fan erano in coda dall’alba- ed è proseguito fino alle 18:30 con una dibattuto sul passato e il futuro del cinema, subito dopo una clip speciale di “Mean Streets” presentato proprio sulla Croisette alla Quinzaine des Relizateures nel 1974. Martin Scorsese ha espresso la sua preoccupazione sullo stato attuale del cinema:
“Oggi ci sono sempre meno cinema e la cosa più importante è essere in grado di continuare a fare film”
Poi, a differenza del collega Steven Spielberg (leggi le sue dichiarazioni), spezza una lancia a favore di Netflix con il quale sta producendo il tanto atteso “The Irishman” in cui vedremo insieme Robert De Niro e Al Pacino:
“I film e gli autori nuovi hanno bisogno di finanziatori, devono trovare soldi e penso che bisogna trarre profitto e opportunità dalle nuove tecnologie. Netflix è un nuovo mezzo che permette di arrivare ai giovani e di sostenere le nuove leve del cinema”.
Martin Scorsese non ha solo ritirato un premio, ma svolto una vera e propria lezione di cinema davanti ad una platea incantata tra cui spicca anche il direttore della Festa di Roma Antonio Monda, che magari ha pensato d’invitarlo ad uno dei suoi incontri ravvicinati. Ha ricordato chi ha innescato in lui l’amore per il cinema:
”Mio padre e mio zio furono fonti di ispirazione per quel film, pensando all’ambiente in cui vivevamo. Mein Streets è stato il mio terzo film, ma il primo dove sono venute fuori le mie origini italiane. Ho avuto una grande educazione religiosa è fondamentale è stato per me anche il mio parroco che mi faceva leggere Graham Green, con lui ho scoperto il cinema”.
Martin Scorsese e l’amore per i classici, da Ford a Truffaut
Martin Scorsese ha parlato del lavoro della sua fondazione Film Foundation che aiuta a restaurare i film classici e con la quale ha sostenuto i ragazzi italiani di Piazza San Cosimato contro lo sfratto ordinato dal comune di Roma. Poi però ha parlato dei suoi film del cuore:
“Amo molto un classico come Sunrise di Murnau del ’27, che ha avuto un grande successo anche con mia figlia. Amo follemente anche un classico di John Ford, Sentieri Selvaggi, questo film mi emoziona e mi convince che il cinema non può morire. Anche Elia Kazan, Bunuel, Renoir dirigono apparentemente senza alcuna difficoltà. Poi naturalmente c’è Truffaut, che con i primi 5 minuti di Jules et Jim, trasmette un’energia unica ed indimenticabile”
Il maestro premio Oscar per “The Departed” ha spiegato il perché ha affrontato poco le commedie nel corso della sua lunghissima carriera, dove però ricordiamo spicca “The Wolf of Wall Street”:
”Non credo di essere portato, ‘After Hours’ era una commedia ma con un tono da incubo. Poi ho realizzato ‘Re per una notte’ che ho girato perché me lo chiedeva Robert De Niro. La mafia è uno dei miei generi più ricorrenti, mi piace moltissimo e ora sto lavorando a The Irishman”.
Il regista ha spiegato di avvalersi moltissimo degli storyboard, ma in alcuni casi come in ”Casinò” ha permesso al cast d’improvvisare più del solito.
Una lezione di cinema, una lezione a cui gli studenti di Martin Scorsese hanno risposto con un amore raro da vedere persino ad un grande Festival come quello di Cannes.
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