Black Tide: Recensione, il fiume nero della normalità

22/11/2018 di Redazione

Black Tide,  tratto dal romanzo  best-seller di Dror Mishani  The Missing File, è un perfetto noir trasposto dalla carta allo schermo, un perfetto Vincent Cassel e il regista Erick Zonca vi porteranno dentro la terribile normalità di una storia, che troppo spesso leggiamo nella cronaca.

Black Tide, o Fleuve Noir il titolo di questo noir francese firmato Erick Zonca con un perfetto Vincent Cassel, che partendo dalla solida base del romanzo best-seller di Dror Mishani, ci portano dentro una storia oscura, all’interno di un intrigo sottile e complicato, un qualcosa che non vorremmo immaginare, ma che spesso, nella realtà appartiene alle nostre cronache.

Difficile per chi vi scrive recensire una pellicola, dove il primo compito è non anticipare nulla, di conseguenza ci limitiamo ad un breve accenno della sinossi dove troviamo il comandante Francois Visconti (Vincent Cassel), un disincanto  poliziotto, alle prese con problemi di alcool, abbandonato dalla sua donna, che si ritrova ad indagare sulla scomparsa di un ragazzo, dove la madre è fin troppo convinta della sua fine, mentre il comandante pensa ad un semplice ragazzata, un fuga con la fidanzatina.In breve le indagini all’interno della casa dello scomparso, l’incontro con un ambiguo vicino che dava ripetizioni al ragazzo porteranno il  comandante Visconti su tante piste , fino a scoprire  qualche cosa che va ben oltre.

Girato in uno stile perfetto, con lunghe inquadrature, una fotografia dai toni cupi, rispettando tutti i toni del noir francese, sembra davvero essere tornati ad un genere quasi scomparso dalle nostre sale. Merito del regista in grado di portare lo spettatore fino alla fine sui binari di una storia inquietante e anche di Vincent Cassel, totalmente in parte come non mai. Per quei pochi che hanno avuto la fortuna di leggere il libro, una splendida trasposizione, come raramente capita, da libro a film, per tutti gli altri un film davvero da vedere e scoprire, per gli amanti del genere noir, il film che mancava nell’almanacco 2018.
Potremmo continuare con tutta una serie di sinonimi e aggettivi, ma lo ritengo superfluo, Black Tide è un film semplicemente da vedere, consumare, avendo poi l’accortezza di non anticipare nulla alla persona a cui consiglierete la visione. Capita davvero di rado ormai, ma come sempre i francesi ci danno una seria lezione su come debba essere il cinema e quali argomenti deve trattare, a volte scomodi, ma che riescono ad andare ben oltre l’intrattenimento, questo fiume nero, o noir per usare il termine scorre perfettamente per tutta la sua durata e si insinua nella vostra visione, lasciandovi dentro un qualcosa di sporco, di nero come il suo titolo.
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