Benvenuti a Marwen: Recensione, le action figures salvano la vita

14/01/2019 di Redazione

Benvenuti a Marwen, diretto da Robert Zemeckis interpretato da Steve Carell, ci racconta la vera storia di Mark Hogancamp, un’alcolizzato vittima  un giorno di una brutale aggressione che gli causa la perdita  della memoria e che lo fa rifugiare dentro un suo mondo fantastico abitato da action figures.

Benvenuti a Marwen, la prima cosa che si pensa dopo la visione di questa pellicola è che solo Robert Zemeckis poteva fare un film sulla vera  storia di Mark Hogancamp e  forse solo Steve Carell poteva interpretarlo.

L’incredibile drammatica storia che ci viene raccontata di questo acclamato artista, già da sè era un’ottima sceneggiatura, ma volerla realizzare dal punto di vista delle sue amate action figures è probabilmente uno dei piccoli capolavori che ancora una volta ci regala il regista de il Ritorno al Futuro, Chi ha incastrato Roger Rabbit, Forrest Gump, fino a quell’Allied dove affrontava i temi della seconda guerra mondiale con maniacale ricostruzione.
Questa volta, grazie anche ad una performance da premio Oscar di Steve Carell, Zemeckis ci racconta in modo fino troppo originale, grazie anche alla tecnica della performance catpure, la storia dal punto di vista delle amate Action Figures e del mondo che aveva creato  Hogancamp, un mondo artificiale costruito per salvare la propria anima dalla distruzione.

Il risultato finale della pellicola è a dir poco sorprendente mischiando realtà e finzione, con l’aiuto delle nuovo tecnologie, Zemeckis riprende tanti a temi cari al suo cinema e ci porta dentro i  ricordi d’infanzia, dove si giocava con i soldatini e le bambole, e ci fa conoscere  la dolorosa storia di Mark, in modo forse ancora più profondo e coinvolgente di quanto era riuscito a trasmetterci con Forrest Gump.
Il mondo creato da Mark circondato da splendide bambole stilose, ma armate fino ai denti, minacciato da nazisti che rappresentano i demoni del protagonista, il quale  vive le sue avventure dentro la sua action figure di Hogie, attraverso la quale  cerca di superare e vincere le sue paure, le sue ossessioni nella speranza  di ritrovare la memoria, che solo a tratti è riuscito a ricostruire nella vera storia.

Un mondo fantastico dove le donne bellissime, con tacchi altissimi e armate salvano il mondo e Hogie, il tutto realizzato in modo coinvolgente dove per gran parte del film sono le action figures le vere protagoniste, tutte all’interno di un  mondo ed un film che sembra a modo suo rappresentare quasi la summa di tutto il cinema di Zemeckis, che si cita anche con una macchina del tempo. L’ennesimo esempio di come realizzare e raccontare una storia vera e toccante usando la fantasia e il fantastico mondo del cinema. Un cinema che del resto riesce ad animare pupazzi e bambole o nel termine anglosassone che finora abbiamo usato action figures, un film catartico per lo spettatore, per il suo regista e sicuramente anche per il vero Mark,  e vi lasciamo al termine di questa recensione il link per visitare il  suo incredibile sito. Se ne avrete occasione non sarà una cattiva idea visitare la vera Marwen.

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