Andrea Camilleri intervista: “Mondo al contrario, presto conversazione su Caino”
24/02/2019 di Thomas Cardinali
Andrea Camilleri è intervenuto a Che Tempo Che Fa, ma più che promuovere “La Stagione della Caccia” ha regalato ricordi e preziosi considerazioni sull’Italia di oggi.
Andrea Camilleri è stato il super ospite di Che Tempo Che Fa, anche perché il più grande scrittore vivente italiano ormai appare sempre meno in pubblico nonostante l’anno scorso andò in Rai per presentare “La Mossa del Cavallo”. Stavolta il collegamento con Fazio è per parlare de “La Stagione della Caccia”, secondo film tv tratto da un suo romanzo storico:
“Nel 1875 il parlamento italiano istitui una commissione di indagine sulle condizioni socio economiche della Sicilia. Dopodiché una 30ina di anni fa l’editore cappelli pubblico una serie di interrogatori che la commissione aveva fatto in Sicilia. Bene leggere quei verbali è stata la mia miniera d’oro, ci ho cavato quattro romanzi e un saggio. La stagione della caccia nasce da alcune battute nel librone “Signor sindaco mi dica, recentemente nel suo paese ci sono stati fatti di sangue”, lui rispose “No eminenza, tranne un farmacista che ha ammazzato per amore 7 persone”. Francesco Scianna è stato bravissimo come Fofo”.
Andrea Camilleri risponde poi quando il conduttore gli fa notare di essere l’unico con gli ascolti in grado di unire l’Italia:
“Lei mi ha atterrisce, io non posso essere l’unica persona che unisce il paese non mi lasci in questa solitudine. Penso che ci siano migliaia di persone comuni che non hanno la possibilità di esprimersi. Non ci credo però di essere il solo, io non mi so spiegare perché sono una colonna portante della Rai”.
Il romanziere poi continua:
“Posso raccontarvi due lezioni di vita. Io ho avuto una lezione diretta nel ‘49 quando diedi l’esame come allievo regista di due ore e mezza. Alla fine il maestro Orazio Costa dandomi la mano disse “sappia che io non condivido nulla di ciò che lei ha scritto e detto in queste ore a rivederla”. Sicuro che non ero stato ammesso me ne andai via dall’albergo e andai da un amico, passai 10 giorni meravigliosi girando per roma. Il giorno della partenza mi recai all’alberghetto e scopri di essere stato ammesso e che le lezioni erano iniziate dai sei giorni. Ecco li scopri che non condividere non significa che le idee degli altri sono sciocche, li capii che bisogna sempre ascoltare le parole degli altri. La seconda lezione con Leonardo Ciacia assistetti ad una discussione con un suo amico che iniziava dicendo “Io penso”. Ad un certo punto lui lo interruppe dicendo che doveva riflettere molto prima di pensare”.
Andrea Camilleri querelle migranti sollevata dopo uno degli ultimi episodi de Il Commissario Montalbano risponde duramente:
“Mi hanno stupito le discussioni su Montalbano che andava a recuperare migranti, io ho raccontato esattamente quello che avveniva alcuni anni fa quando la guardia costiera arrivava a porto empedocle portando centinaia di corpi raccolti in mare. Questa non è polemica, è cronaca e storia. Allora avevamo più cuore di quanto avevamo oggi, nessuna polemica. Voglio unirmi all’applauso fragoroso per Roberto Saviano”. A quel punto Roberto Saviano torna in studio per ringraziare Camilleri: “Grazie per le sue parole che sono strumento di resistenza”, Camilleri chiude “Ti ammiro e ti voglio bene”.
L’11 giugno scorso al teatro greco di Siracusa è andato in scena Conversazione su Tiresia, andrà in onda il 5 marzo in prima serata senza pubblicità, ma la bomba è un’altra e anticipa uno spettacolo futuro di Andrea Camilleri:
“Vede, io ho sempre detto che sono un contastoria, non cantastorie. Sono stonatissimo, si figuri che non canto manco la mattina in bagno. Sono un contastorie, in Tiresia ci ho preso gusto e sto preparando un’altra storia e spero di fare un’incisione romana sul personaggio di Caino. Si chiamerà “Auto difesa di Caino”.”
Sui suoi amori letterari Andrea Camilleri spiega:
“Il libro che più ho amato è I Promessi Sposi che è di un tale milanese di Alessandro Manzoni, ma il romanzo che mi segno la vita è “La Condizione umana”. Il libro che amo di più dei miei è “Il re dei girgenti”, poi continua scherzando “Io butto via tutto quando finisco un romanzo perché gli assassini non lasciano traccia”.
Andrea Camilleri conclude dicendo di essere molto preoccupato dal mondo, ma di nutrire ancora speranza:
“Non mi preoccupa solo l’Italia, mi preoccupa il mondo. Forse qualche studioso potrebbe dirci perché il mondo sta ruotando a rovescio. Io ho questa impressione, stiamo tornando indietro fino all’età della pietra. Io ho una fiducia sconfinata nell’uomo e nella donna, nell’umanità e credo riuscirà ad uscire bene da questa situazione con fiducia e speranza. Coltivare il sapere non è quello che intendono gli eruditi, penso che chi ce l’ha non deve seminarlo come si semina il grano. Il sapere non deve essere un’élite ma l’uso quotidiano nostro. Quando avverrà saremo davvero uomini”.