Sparatoria Trieste, è polemica sulla sicurezza delle forze dell’ordine: «Ecco le difese che mancano»

Se i due poliziotti uccisi ieri durante una sparatoria in Questura a Trieste avessero avuto in dotazione i taser si sarebbero potuti difendere? E se avessero indossato giubbotti antiproiettili che non ostacolano i movimenti si sarebbero potuti salvare? All’indomani della tragedia avvenuta nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia, dove un rapinatore originario della Repubblica Dominicana ha aperto il fuoco e ha ucciso l’agente scelto Pierluigi Rotta e l’agente Matteo Demenego, sono molti gli interrogativi che in molti si pongono. Domande a cui è impossibile dare una risposta, ma che suscitano polemica e hanno tutte un comune denominatore: la sicurezza delle forze dell’ordine.

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Taser, fondine anti strappo e giubbotti antiproiettili: le difese che mancano agli agenti

I sindacalisti della polizia hanno aperto un dibattito che porta l’opinione pubblica a chiedersi, ancora una volta, se le forze dell’ordine vengono messe in condizione di lavorare limitando i rischi alla propria incolumità. «È da tempo che chiediamo a gran voce dotazioni idonee come il taser», ha detto Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia (SAP), come riporta il quotidiano La Repubblica. Il taser è una pistola elettrica che provoca uno stordimento nella persona che viene colpita. L’Onu l’ha inserita nella lista degli strumenti di tortura e secondo Amnesty International il suo utilizzo avrebbe causato la morte di centinaia di persone negli Stati Uniti.

Il segretario del Consap, Cesario Bortone, invece pone l’accento sulle difese: «I fatti di Trieste dovrebbero accelerare la fornitura a tutto il personale dei gap sottocamicia, giubbotti che si indossano più agevolmente di quelli tattici al costo di poche centinaia di euro e che proprio in circostanze come queste potrebbero salvarci la vita». Sono protezioni molto leggere, nuove, che garantiscono la protezione dalle pallottole e dai coltelli ma soprattutto facilitano i movimenti.

Altro tema che sta facendo discutere è quello legato alle fondine per le pistole. Quelle di ordinanza spesso sono deteriorate e vetuste e questo rappresenta un problema soprattutto per poliziotti e poliziotte destinati a presidiare le strade. Come riporta La Repubblica, alcune aziende italiane hanno brevettato sistemi di blocco che si attivano con il pollice e che quindi impediscono a ladri o rapinatori di rubare l’arma. Eppure in Italia questo tipo di dotazione risulta tuttora ‘non regolamentare’ e il suo utilizzo è dunque vietato.

[CREDIT PHOTO: ANSA/ANDREA LASORTE]

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