I timori su Sora da parte del mondo del Cinema
Partiamo dalla testimonianza dell'attore e regista Tyler Perry e del mancato ampliamento dei suoi studios per analizzare le prospettive che vanno di pari passo con le paure sull'AI emerse durante lo sciopero di Hollywood
26/02/2024 di Enzo Boldi
Le paure era già emerse nel corso del grande sciopero di Hollywood, durato ben 118, che ha paralizzato la produzione cinematografica negli Stati Uniti con riflessi in tutto il mondo. Ora, con l’annuncio dell’imminente arrivo di Sora – lo strumento text-to-video sviluppato da OpenAI -, quei timori rischiano di diventare realtà. Il mondo del cinema è quello maggiormente minacciato dall’introduzione di queste nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale e il machine learning e a testimoniarlo sono coloro i quali lavorano all’interno di questo ecosistema.
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Piccola premessa: la settima arte ha attinto a piene mani dallo sviluppo tecnologico. Anzi, è proprio uno dei settori che – tra i primi – è riuscito a far convivere l’abilità degli attori e degli sceneggiatori ai nuovi strumenti. Basti pensare agli effetti speciali che hanno permesso di produrre pellicole di successo come Avatar. Qui, però, si va ben oltre il concetto di supporto e si rischia di travalicare quel confine che risponde al nome di “sostituzione”. Abbiamo visto che le potenzialità di Sora – ancora da affinare – siano praticamente immense, con la creazione di vere e proprie realtà cinematografiche e set senza neanche allestire uno spazio in cui girare una scena.
L’outpainting temporale, poi, è in grado di superare quei confini statici rendendo la creazione artificiale dinamica.
Sora, i timori del mondo del Cinema
Prendiamo come esempio, oltre alle mozioni del “fu” sciopero di Hollywood, le parole dell’attore e regista americano Tyler Perry, proprietario degli omonimi studios in quel di Atlanta.
«Negli ultimi quattro anni ho pianificato un’espansione di circa 800 milioni di dollari per lo studio, che avrebbe aumentato il backlot di dimensioni enormi: stavamo aggiungendo altri 12 palcoscenici. Tutto ciò è attualmente e indefinitamente sospeso a causa di Sora e di ciò che vedo. Nell’ultimo anno avevo saputo quel che sarebbe successo, ma non ne avevo idea. Finché non ho visto di recente le dimostrazioni di ciò che è in grado di fare».
Dunque, Perry era in procinto di ampliare i propri Studios di Atlanta, investendo circa 800 milioni di dollari per i lavori e la preparazione di 12 spazi per creare altrettanti nuovi palcoscenici. Tutto però, come rivelato in un’intervista a The Hollywood Reporter, è stato bloccato dopo aver visto le potenzialità presenti (e immaginando quelle future e futuribili) di Sora e dell’intelligenza artificiale text-to-video.
Tra imprenditoria e Cinema
Lo stesso Perry si è detto “scioccato” da quanto visto e che in lui devono convivere due anime. Da una parte quella di imprenditore – proprietario degli studios – che vede enormi possibilità di “risparmio” e maggiore facilità nella realizzazione di molte scene cinematografiche; dall’altra quella di attore che vedrebbe il proprio lavoro ridotto all’osso e – potenzialmente – in fase di caduta libera.
«Mi fa preoccupare così tanto per tutte le persone del settore. Perché mentre lo guardavo, ho subito iniziato a pensare a tutti nel settore che ne sarebbero stati colpiti, compresi gli attori, il personale di bordo, l’elettricità, i trasporti, il suono e gli editori, e guardando questo, penso che toccherà ogni angolo del nostro settore».
L’attore e produttore non è contrario all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e lui stesso ha ammesso di averla utilizzata in due film di imminente uscita. Ma Sora l’ha stupito, lasciando un sapore agrodolce: da una parte una soluzione per tutto il comparto produttivo, dall’altra la possibile fine per molte attività che – a oggi – lavorano per la realizzazione delle scene.