Solinas sulle discoteche aperte in Sardegna: «Nessuna telefonata o pressione da Briatore e Berlusconi»
Dopo il blitz della polizia in Sardegna per chiarire il caso delle discoteche aperte, Solinas ha affermato che la decisione non sarebbe stata presa sotto pressioni
12/11/2020 di Ilaria Roncone
Il governatore della Sardegna Solinas ha voluto precisare che no, non ci sono state pressioni di nessun tipo né da parte di Flavio Briatore né da parte di Silvio Berlusconi definendo «ridicolo che venga montato questo circo per la riapertura delle discoteche dal 12 agosto al 16, cinque giorni». Sulla questione discoteche Sardegna il governatore della Sardegna «afferma che si è messa in moto la macchina del fango per colpire una regione che è più sana di altre» poiché «la Sardegna è stata contagiata da chi è approdato quest’estate nell’isola, non per colpa di qualche discoteca aperta».
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Per Solinas il boom di contagi non è dipeso dalle discoteche Sardegna aperte
In un’intervista a Repubblica il governatore del Partito sardo d’Azione alleato con la Lega ha ripercorso le decisioni prese quest’estate accusando Conte e il governo: «Avevo imposto controlli e tamponi e patente di negatività, il governo Conte mi ha fatto la guerra impugnando la misura al Tar». Si dice comunque pronto a chiarire la questione, visto il blitz della polizia in regione per acquisire i documenti relativi all’ordinanza di Solinas dell’11 agosto: «Un atto dovuto» ma «quel documento (in riferimento al parere del Cts sulla riapertura delle regioni ricevuto via mail n.d.r.) ientrava in una corrispondenza interna con l’assessorato regionale alla Sanità: era riferito a un’altra vicenda, a delle linee guida mai emanate in seguito».
Solinas non aveva letto il parere del Cts sulle discoteche
Quel parere del Comitato tecnico-scientifico Solinas lo avrebbe appreso per la prima volta leggendo Repubblica: «Quel documento l’ho letto solo in queste ore dal vostro sito» e «il 6 agosto non c’era alcuna ordinanza regionale e le discoteche erano aperte in virtù del Dpcm in tutta Italia». Le discoteche sono state aperte perché, all’epoca, la Sardegna «soddisfava i sei motivi di criticità i criteri per tenere aperto» in riferimento ai dati sui contagi («il tasso di contagio era prossimo allo zero») e a quelli sui ricoveri («zero terapie intensive e sei ricoverati ordinari in attesa di negativizzarsi»).