Addio Sofia, simbolo del metodo Stamina. I genitori: «Vannoni ci ha truffati, ma le staminali davano sollievo»

02/01/2018 di Redazione

Sei anni, una vita rubata da una tremenda malattia. Sofia, la bambina affetta da eucodistrofia metacromatica, una rara patologia genetica neurodegenerativa, aveva commosso tutta Italia con la sua storia. Sullo sfondo, la grande illusione di aver trovato un rimedio al suo male grazie al metodo Stamina introdotto da Davide Vannoni. Oggi, quel nome resta soltanto un brutto ricordo.

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SOFIA, LE PAROLE DEI GENITORI SUL METODO STAMINA

«Sapevamo che non avrebbero rigenerato i neuroni come millantava Vannoni con il metodo Stamina — spiegano i genitori della piccola Sofia, l’architetto Guido De Barros e la giornalista Caterina Ceccuti — perché non esiste alcun laboratorio al mondo in grado di sostituire cellule neuronali malate con cellule sane».

Insomma, il metodo Stamina, la cui veridicità è stata sconfessata da diverse équipe mediche e che è diventato illegale dopo un tormentato percorso politico e mediatico (oltre che giuridico), non è mai stato la soluzione che avrebbe salvato Sofia. «La nostra non è stata e non sarà mai una battaglia per il metodo Stamina. Davide Vannoni è un millantatore e nulla ha inventato – continuano i genitori -. Il suo metodo millantava la rigenerazione dei neuroni, e dunque era una truffa».

SOFIA, LA DIFFERENZA TRA STAMINA E LE INFUSIONI

Tuttavia, secondo i genitori – che hanno parlato con il Corriere della Sera – c’è ancora molta confusione sul tema. In molti, infatti, confondono il metodo Stamina con le infusioni di cellule staminali: «C’è una profonda differenza tra le due cose – affermano -. Le infusioni di cellule staminali creano sollievo. Non guarisce ma allevia le sofferenze. Tuttavia, siamo stati ghettizzati dalla medicina ufficiale, nessun medico è venuto a controllare i progressi di nostra figlia».

Ora grazie alla Onlus Voa Voa (che riproduce il «vola, vola» che Sofia pronunciava quando vedeva gli aerei in cielo), i genitori della piccola cercano di accompagnare le famiglie di bambini affetti da malattie rare: offrono aiuto e supporto per far comprendere i loro diritti, per permettere loro di poter acquisire quegli strumenti che possono permettere – ai malati e ai loro cari – di poter vivere con dignità. I funerali della piccola Sofia saranno celebrati giovedì prossimo. La controversa storia di una cura – che catturò l’attenzione di tutti i media nazionali – lascerà spazio al dolore privato di una famiglia che ha perso la propria figlia.

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