Un social media manager dedicato a Toninelli per evitargli gaffe: l’ira di Di Maio

10/10/2018 di Redazione

Luigi Di Maio non sopporta più le gaffe del ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli. Nell’ordine, le tre su Genova (clamorosa quella del barbiere e la «revoca della revoca», che ha costretto il Movimento 5 Stelle a fargli addirittura cancellare il post di Instagram), quella sul ponte Morandi dove si potrà anche mangiare e stare insieme, quella sul tunnel del Brennero utilizzato dagli imprenditori per il trasporto su gomma e non ancora costruito (servirà al trasporto su rotaia).

 

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Nuovo social media manager per Toninelli, la decisione di Di Maio

A questo punto, il leader politico del Movimento ha deciso di limitare il suo ministro. Al momento, per quanto riguarda le uscite social. Della serie: se non si può impedirgli di parlare dal vivo, almeno è opportuno farlo contenere in sede virtuale. Un freno alla tastiera dello smartphone e del pc dell’avventato Toninelli.

La decisione – secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica – sarebbe arrivata in seguito alla gaffe della fotografia Instagram insieme ai suoi figli, quella del taglio di capelli e della «revoca della revoca» al barbiere (scimmiottando evidentemente quello che stava succedendo con Autostrade e i provvedimenti del governo nei confronti della società dopo l’incidente del Ponte Morandi.

Gaffe sui social network, nelle interviste e nelle nomine

Immediatamente dopo l’uscita infelice, Di Maio avrebbe ripreso con vigore lo stesso Toninelli e avrebbe avuto un serrato confronto con Davide Casaleggio, nuovo guru della comunicazione social (e non solo) del Movimento 5 Stelle. In seguito a questi consulti, insomma, i vertici hanno deciso di dedicargli un social media manager personalizzato, che potesse gestire con oculatezza i suoi account social.

Certo, non sarà la panacea di tutti i mali: Toninelli ha dimostrato più volte di scadere in errori e in scivoloni anche nella prassi, non soltanto attraverso le dichiarazioni sbagliate davanti ai microfoni dei cronisti, ma anche attraverso alcune nomine (come quelle per la commissione d’indagine sul Ponte Morandi, ad esempio, ma anche per alcuni incarichi tecnici al ministero delle Infrastrutture) che si sono mostrate inadeguate per problemi con la giustizia.

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / GIUSEPPE LAMI)

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