In Italia è stato il monitoraggio delle chat Telegram dei no-vax a evitare un assalto come quello di Brasilia?

Quando c'erano state delle avvisaglie su possibili manifestazioni non propriamente pacifiche, l'analisi dei social network aveva portato a una prevenzione rispetto a quanto si è poi effettivamente verificato

10/01/2023 di Redazione

Le immagini di Capitol Hill nel 2021 avevano evidentemente fatto scuola. E hanno contribuito a evitare che, in Italia, in uno dei momenti di maggiore protesta per le misure anti-covid, si riproponessero scene come quelle che abbiamo visto a Brasilia l’8 gennaio scorso. È un fenomeno che abbiamo avuto modo di analizzare attentamente con Giornalettismo, soprattutto nell’autunno del 2021. In alcune chat di Telegram, soprattutto, si stavano diffondendo false informazioni e notizie di presunti raduni (molto meno partecipati nella realtà rispetto a quanto paventato nelle stesse chat) che puntavano a far sentire – anche in maniera piuttosto vibrante – il dissenso a cui una parte della popolazione voleva dar voce. Eppure, il monitoraggio delle chat sui social network – Telegram soprattutto – ha evitato che queste premesse si trasformassero in gesti concreti.

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Social e proteste in Italia, perché non si sono ripetuti i casi in stile Capitol Hill

Il canale Telegram Basta dittatura! nell’autunno del 2021 aveva raggiunto quota 44mila iscritti. Era stato chiuso a più riprese, è stato successivamente aperto a una platea limitata di utenti sotto altri titoli e – in ogni caso – era stato costantemente monitorato dalla polizia postale. La procura di Torino aveva – ad esempio – segnalato spesso le chat all’interno delle quali si diffondevano messaggi d’odio, venivano pubblicati indirizzi privati di esponenti del governo e si organizzavano raduni che – in teoria – venivano pianificati in tutta Italia ma che poi, alla fine, si riducevano a sparute comparsate (quando non a veri e propri flop in termini di partecipazione). La notizia era stata presa sotto gamba dagli stessi admin della pagina che – sempre nel settembre 2021 – avevano detto di aspettare i provvedimenti della polizia postale in vigile attesa (facendo un po’ il verso alla cura che i medici di base avevano individuato, da protocollo, per il covid).

Tuttavia, con la collaborazione di Pavel Durov – fondatore di Telegram – e il suo intervento diretto (i suoi legami con l’Italia lo avevano portato a esporsi in prima persona), la piattaforma si era messa a disposizione delle autorità italiane per identificare i responsabili delle minacce. E questo nonostante l’allora dirigente superiore della polizia postale – Nunzia Ciardi – avesse definito Telegram come una piattaforma non collaborativa da questo punto di vista.

Certo, analizzando lo storico, c’è stata – alla fine – una manifestazione che è sfuggita di mano: il gruppo Telegram Io apro avevano organizzato una protesta in piazza del Popolo a Roma il 9 ottobre 2021. In quella circostanza, un gruppo di manifestanti si era staccato dal corteo principale e aveva preso d’assalto la sede della Cgil. Io apro Forza Nuova, insieme ad alcune propaggini di chat Telegram come Guerrieri per la libertà avevano rivendicato, sempre attraverso l’app di messaggistica, la propria responsabilità per l’azione contro la sede principale del sindacato.

Al di là dell’episodio, che ha portato poi all’identificazione dei responsabili, il monitoraggio dei social network e delle altre piattaforme è sempre stato utile a prevenire delle azioni che, in altre aree geografiche, invece hanno preso piede e si sono trasformate in vere e proprie manifestazioni clamorose di saccheggio. Non ultimo quello che è successo a Brasilia.

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