Sky multata dall’Antitrust per pubblicità ingannevole sui pacchetti calcio
18/02/2019 di Enzo Boldi
I tre dettami che regolamentano la pubblicità impone che gli spot siano palesi, veritieri e corretti. Tre leggi fondamentali che, secondo l’Antitrust, non sono state seguite da Sky Italia per la promozione dei propri abbonamenti dedicati al calcio. Per questo motivo, facendo riferimento due dei tre tasselli fondamentali della comunicazione pubblicitaria, l’azienda televisiva è stata multata per sette milioni di euro. La loro colpa? Aver fatto intendere che l’abbonamento al pacchetto calcio per la stagione 2018/2019 fosse rimasto invariato rispetto a quella precedente. L’offerta, però, è cambiata dato che con la nuova gestione dei diritti televisivi della Serie A, il 30% delle partite è in esclusiva su Dazn.
La multa a Sky per pubblicità ingannevole sui pacchetti calcio
«Il consumatore appassionato di calcio – spiega l’Antitrust – in assenza di informazioni che veicolassero immediatamente e con la dovuta rilevanza i contenuti dell’offerta e in particolare le limitazioni sul numero di partite disponibili (sette su 10 per ciascuna giornata di campionato), sarebbe potuto facilmente incorrere nell’errore di ritenere compreso nel pacchetto Sky Calcio l’intero campionato di calcio di serie A, assumendo così una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso, ossia l’attivazione dell’abbonamento a tale servizio per la stagione calcistica 2018-19».
L’atteggiamento aggressivo nei confronti dei clienti
In sintesi, l’Antitrust ha ritenuto non veritiera la pubblicità della campagna abbonamenti per quest’anno perché non ha palesato ai propri clienti che la visione delle partite di Serie A non sarebbe stata totale e non in esclusiva (al 100%) sui canali della tv satellitari. E non è tutto. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha anche accertato che Sky «ha attuato una pratica aggressiva in quanto ha esercitato un indebito condizionamento nei confronti dei clienti abbonati al pacchetto SkyCalcio, i quali, a fronte di una rilevante ridefinizione dei suoi contenuti (riduzione del 30% delle partite di serie A e cancellazione dell’intero torneo di serie B) non sono stati posti nella condizione di poter assumere liberamente una decisione in merito al mantenimento o meno del pacchetto».
«Gli abbonati a questo servizio – cocnlude l’Antitrust – sono stati costretti a scegliere tra due possibilità, entrambe svantaggiose, ossia la prosecuzione degli addebiti, tra l’altro in misura invariata, nonostante il contenuto diverso e ridotto del pacchetto rispetto a quello originariamente scelto, oppure il recesso dal contratto a titolo oneroso, con il pagamento di penali o la perdita di sconti e promozioni connessi alle offerte con vincolo di durata minima». La somma di queste violazioni ha portato a una multa di sette milioni di euro.
(foto di copertina: Tobias Hase/dpa)