Caso Skripal. Il Regno Unito non ha le prove che il gas nervino provenga dalla Russia

Gli scienziati britannici non hanno le prove che il gas nervino utilizzato per avvelenare l’ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia a Salisbury sia stato fabbricato in Russia.

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A dare la notizia è stato il capo del laboratorio militare di Porton Down: “Siamo stati in grado di stabilire che si trattava del Novichok, di accertare che era un agente nervino di tipo militare. Non abbiamo identificato l’esatta fonte“. Il governo di Theresa May ha dunque utilizzato altre prove per stabilire che il gas provenisse da ambienti vicini al Cremlino.

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Il caso legato a Skripal assume ulteriori lati oscuri “liberando” per un istante le responsabilità dirette da Londra contro Mosca. La vicenda ha portato all’espulsione di numerosi diplomatici russi (almeno 150) dai Paesi alleati del Regno Unito (Stati Uniti, Italia e Francia tra gli altri, Nato compresa). La risposta della Russia non si è poi fatta attendere. Il 30 marzo Putin ha risposto in egual misura all’offensiva occidentale, portando le relazioni con Washington al loro punto più basso dall’annessione della Crimea nel 2014.

Mentre Yulia Skripal non è più in pericolo di vita (si è risvegliata il 30 marzo), la domanda da porsi è quale tipo di informazione possieda il Regno Unito, e di conseguenza i Paesi che hanno appoggiato la sua linea d’accusa, dal momento che è caduto l’indizio principale che avrebbe inchiodato la Russia.

(Foto credits: Ansa)

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