Cosa è successo, negli ultimi giorni, al sito della carta d’identità elettronica

Gli hacker russi di NoName057 hanno rivendicato l'attacco, ma si è trattato di un problema di altra natura

29/05/2023 di Enzo Boldi

Attacco informatico. Anzi, no. Giovedì scorso, poco prima di mezzogiorno, il sito della CIE (carta d’identità elettronica) era diventato inaccessibile. E con lui anche tutti i servizi online che prevedevano l’accesso anche attraverso questo strumento di identità digitale (anche alla Pubblica Amministrazione). Immediatamente è scattato il classico allarme legato alla cyber security. Si è pensato a un attacco di tipo DDoS, come quelli che hanno preso di mira molti portali istituzionali e ministeriali nel corso degli ultimi mesi. E, di fatto, c’è stata anche una rivendicazione degli hacktivisti filo-russi di NoName057. Ma si tratta di una auto-mitizzazione di un atto non compiuto, visto che il malfunzionamento (durato per molto tempo) è stato provocato da un incendio.

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Dunque, nessun attacco informatico. Nessuna offensiva DDoS. Ma le fiamme che sono divampate nei pressi della stazione ferroviaria di Roma Tiburtina che hanno intaccato anche i cavi della fibra ottica, come confermato dal Viminale. Dunque, fiamme che hanno interrotto la disponibilità di un collegamento a internet in tutta quella zona. Dunque, sito andato offline insieme a tutte le sue funzionalità. Nessun attacco informatico da parte di hacktivisti che “rivendicano cose” che non hanno mai fatto. Esattamente come accaduto nel recente passato, come in occasione dei disservizi dei sistemi informatici di Atac, l’azienda del trasporto pubblico capitolino.

Sito CIE, cosa è successo negli scorsi giorni

Dunque, tutti in problemi al sito CIE (con tutte le conseguenze) non sono derivati da un attacco informatico. Nonostante il tentativo di rivendicazione (tardiva) da parte di NoName057 sul loto attivissimo canale Telegram. Ovviamente, però, se da una parte si può tirare un sospiro di sollievo, occorre fare una serie di riflessioni sul funzionamento del sistema della carta d’identità elettronica. Perché il governo Meloni ha fatto trasparire in più occasioni la sua contrarietà al sistema di identificazione digitale attraverso lo SPID. Alla fine si è arrivati a un compromesso con i provider, ma è sempre viva – per il futuro – l’intenzione di spegnere SPID consentendo l’accesso ai siti della PA esclusivamente con la CIE.

Può un incendio bloccare tutto?

Dunque, è possibile che un rogo possa bloccare l’intera Italia digitalizzata? Quanto accaduto giovedì scorso è un paradosso. Un incendio intacca i cavi della fibra ottica (contestualmente è stato inaccessibile anche il portale dell’Istituto Poligrafico della Zecca dello Stato che, per conto del Ministero dell’Interno, gestisce la carta d’identità elettronica) e il sistema si blocca. Nessun piano B, nessun concetto di business continuty (che dovrebbero essere alla base di ogni azienda, privata e pubblica) per sopperire a problematiche di questo tipo. Un argomento che diventa ancor più primario rispetto alla sicurezza informatica di fronte ad attacchi esterni.

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