La giunta del Senato dà il via libera al sequestro del pc di Armando Siri
02/10/2019 di Enzo Boldi
Contro il sequestro del Pc di Armando Siri hanno votato Lega (ovviamente), insieme a Fratelli d’Italia e Forza Italia. Otto voti che nulla hanno potuto all’interno della giunta per le immunità del Senato di fronte ai 13 pareri positivi espressi dal Movimento 5 Stelle (relatore della proposta basata sulla richiesta da parte della Procura), Partito Democratico, Liberi e Uguali e Italia Viva. Si potrà, dunque, procedere con il sequestro del computer dell’ex Sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti coinvolto non solo nell’inchiesta che lo vede legato al nome di Paolo Arata, ma anche in un’altra nella quale è accusato di autoriciclaggio.
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E proprio dopo quest’ultima vicenda i pm della Procura di Milano hanno avanzato la richiesta di entrare in possesso dei pc di Armando Siri per verificare se siano rimaste tracce telematiche sul suo comportamento dopo aver ottenuto un prestito da una banca di San Marino senza fornire le dovute garanzie richieste (da prassi) in questi casi. Lo stesso ex sottosegretario leghista (sollevato dal proprio incarico da Giuseppe Conte nel corso del governo in tandem con la Lega) si era detto contrario al sequestro, ma pronto a collaborare e a mettersi a disposizione della Procura.
I Pc di Siri possono essere sequestrati
Ora, però, gli inquirenti avranno la possibilità di andare autonomamente alla ricerca di file sul pc di Armando Siri per verificare quanto possa esser sostenuta dai fatti l’accusa di autoriciclaggio piovuta sulla testa dell’ex sottosegretario al Mit lo scorso 31 luglio, per un mutuo da 585mila euro aperto con un istituto di credito di San Marino.
Arata e Nicastri
Una vicenda che accompagna da vicino l’altra in cui Armando Siri risulta ancora coinvolto con il suo nome uscito più volte dalla bocca di Paolo Arata in relazione a un emendamento richiesto e inserito – secondo le accuse proprio dall’ex sottosegretario della Lega – suo biometano. E Arata è coinvolto anche nel procedimento ieri ha visto Vito Nicastri, il re dell’Eolico in Sicilia, condannato a nove anni per i suoi legami con Matteo Messina Denaro, il boss mafioso latitante.
(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)