Conte ha revocato l’incarico a Siri senza la forca caudina del voto in cdm

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso la revoca della carica di sottosegretario per il leghista Armando Siri, indagato dalla procura di Roma per corruzione. Il decreto di revoca, a quanto si apprende, è stato adottato dal premier, sentito il Cdm che ha a lungo dibattuto. Per questo motivo, insomma, non è stato necessario arrivare al voto in consiglio dei ministri.

Revoca Siri, la decisione di Conte

Il presidente del Consiglio ha fatto valere i propri poteri in merito, decidendo personalmente per la revoca, controfirmata dal ministro competente, Danilo Toninelli, di cui Siri era sottosegretario alle Infrastrutture.

Giuseppe Conte, evitando il voto, ha stabilito di superare una votazione che avrebbe inevitabilmente visto M5S e Lega scegliere una linea diversa, facendo uscire a galla anche dal punto di vista formale tutte le loro divisioni, nonostante l’alleanza di governo.

La reazione della Lega alla revoca Siri

Fonti della Lega, alla fine del Consiglio dei Ministri, hanno dichiarato: «Basta coi litigi e con le polemiche, ci sono tantissime cose da fare: flat tax per famiglie, imprese e lavoratori dipendenti, autonomia, riforma della giustizia, apertura dei cantieri, sviluppo e infrastrutture: basta chiacchiere, basta coi no e i rinvii».

Lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato i successivi passaggi da compiere: «Ci sarà un decreto per la revoca di Armando Siri – ha detto il presidente del Consiglio arrivando alla sinagoga di Roma, dove era atteso per un evento -. Dal Cdm, dopo una discussione franca e non banale, c’è stata piena fiducia sul mio operato e il governo ha preso la decisione più giusta. Ora, la parola passerà al presidente della Repubblica».

Revoca Siri, le prossime tappe

Sergio Mattarella, infatti, come previsto dalla Costituzione ha il potere di nominare e di revocare i ministri e i sottosegretari di ciascun ministro. Il presidente del Consiglio ha poi spiegato anche politicamente la ragione di questa sua scelta: «Andiamo avanti con la fiducia dei cittadini, consapevoli che senza questo fattore non potremmo mai sentirci il governo del cambiamento – ha affermato Conte -. Restiamo certi della presunzione di non colpevolezza da parte del sottosegretario».

Anche Luigi Di Maio ha commentato: «La revoca della nomina per Siri non è una vittoria del Movimento 5 Stelle, ma del popolo italiano. Adesso il governo è pronto per andare avanti per altri 4 anni».

FOTO: ANSA / MATTEO BAZZI

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