Come sta la sinistra che si oppone al Conte 2 e che ha riempito un teatro a Roma

08/12/2019 di Redazione

Le tre anime che hanno organizzato l’assemblea Nazionale unitaria delle sinistre di opposizione non hanno problemi a definire un successo l’evento che hanno organizzato al Teatro de’ Servi di Roma. C’è anche una foto, che ha fatto il giro dei social network, e che meglio inquadra l’esperienza del 7 dicembre. Marco Ferrando, Mauro Alboresi, Franco Turigliatto e Imma Barbarossa si alzano in piedi sul palco. Rivolgono il pugno chiuso a una platea che risponde allo stesso modo, immersa nella penombra. Il cono di luce illumina i relatori, le bandiere rosse si intravedono appena, appoggiate sulle pareti della sala.

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Sinistre di opposizione, la manifestazione unitaria a Roma

È la sinistra che si oppone al Conte 2, il governo che vede al proprio interno anche alcune anime che un tempo hanno avuto una origine comune e che poi, nei rivoli della storia delle scissioni, sono diventate altro. Alcune di queste hanno ambito negli ultimi dieci anni a una svolta governista, altre si sono trincerate in un’opposizione a oltranza.

Il Partito Comunista dei Lavoratori, il Partito Comunista Italiano, Sinistra Anticapitalista – con le adesioni di Potere al Popolo e Rifondazione Comunista – hanno esaurito i posti a sedere del teatro romano che dà le spalle alla Fontana di Trevi. 300 posti in platea e almeno altre 150 persone che non sono riuscite a entrare.

La mobilitazione non rappresenta una nuova formazione che tiene insieme diverse anime con uno scopo elettorale. Sarebbe stata, in questo caso, una strada già percorsa con risultati poco soddisfacenti nelle urne. «Piuttosto – dice Marco Ferrando del Partito Comunista dei Lavoratori – si tratta di uno strumento di unità d’azione sul terreno della lotta di classe e dei movimenti sociali». Si riparte da questo insieme di intenti comuni per cercare di far emergere un’alternativa di sinistra all’attuale disegno dell’esecutivo.

Gli obiettivi delle sinistre di opposizione

E allora i temi chiave sono stati quelli del lavoro e delle fabbriche, degli operai che – in questi ultimi mesi – rincorrono le vertenza (Whirlpool, ad esempio), della cancellazione dei decreti sicurezza senza compromessi, di un’economia che passi attraverso le nazionalizzazioni. Non è mancata la componente ambientalista e femminista, incarnata – al tavolo della presidenza – da Imma Barbarossa e non sono mancati gesti distensivi da parte di due anime della sinistra extraparlamentare (Potere al Popolo e Rifondazione Comunista) che hanno deciso di essere presenti in platea con rappresentanti ai massimi vertici come Giorgio Cremaschi (PaP), Maurizio Acerbo e l’ex parlamentare Eleonora Forenza per Rifondazione.

Lo slogan riassuntivo dell’assemblea è stato «Marciare separatamente, colpire insieme»: la proiezione concreta è stata la firma di tre campagne unitarie che hanno come obiettivo quello di ridurre le ore lavorative a parità di salario, che chiedono di evitare la delocalizzazione delle grandi aziende e l’inquinamento dei territori, che puntano al ritiro dei militari italiani da ogni missione internazionale e alla cancellazione degli accordi con la Libia, definiti disumani.

FOTO dalla pagina Facebook del Partito Comunista dei Lavoratori

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