Il sindaco di Lampedusa vuole dichiarare autonomamente lo stato di emergenza

«È una situazione ormai ingestibile. Se il governo non proclamerà lo stato di emergenza per Lampedusa lo farò io. L’hotspot non è più in grado di accogliere migranti, la responsabilità di questa emergenza non può ricadere sul sindaco, sull’amministrazione comunale e sui lampedusani». È quanto ha detto il sindaco di Lampedusa Totò Martello, commentando l’ultima raffica di sbarchi nell’isola (altri tre nelle ultime ore) e la situazione nell’hotspot dell’isola dove si trovano in questo momento oltre mille migranti, dieci volte la capienza massima prevista. «Oggi non ci saranno trasferimenti in traghetto verso Porto Empedocle – sottolinea il sindaco – e intanto i barchini provenienti dalla Tunisia stanno continuando ad approdare sull’isola».

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Stanotte sono stati bloccati sette barchini nelle acque antistanti a Lampedusa, a bordo c’erano complessivamente 203 tunisini. Un gruppo di migranti, gli ultimi arrivati, non sono stati neanche portati all’hotspot che è ormai in pieno stato di emergenza, ma è stato trattenuto sotto i gazebo del molo Favarolo. Non c’è più spazio, infatti, nella struttura di primissima accoglienza: né nell’unico padiglione rimasto operativo, che può ospitare un massimo di 95 persone, né nel cortile. La prima conseguenza della struttura in tilt è che i poliziotti, in servizio all’hotspot, hanno difficoltà a procedere all’identificazione di coloro che sbarcano. Le motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza hanno avvistato e agganciato, durante la notte, barchini con un minimo di 15 persone e un massimo di 55. Ma la situazione sull’isola è diventata insostenibile e il sindaco vuole dichiarare autonomamente lo stato di emergenza.

Il sindaco di Lampedusa su Salvini: «È un mentitore seriale»

«L’onorevole Salvini continua a comportarsi da mentitore seriale, sostenendo che quando lui era ministro non c’erano più sbarchi: nulla di più falso. Quando Salvini era ministro gli sbarchi a Lampedusa sono sempre proseguiti, basterebbe leggere i report del ministero degli Interni per verificare quello che sto affermando». È quanto ha detto Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa, in merito ad alcune dichiarazioni del segretario della Lega Matteo Salvini. «Se Salvini fosse venuto a Lampedusa in quel periodo, quando da sindaco ho più volte chiesto una interlocuzione istituzionale con il Ministero che allora guidava, senza mai avere risposta, avrebbe visto con i suoi occhi le imbarcazioni dei migranti entrare in porto. Forse allora non è venuto a Lampedusa proprio per questo motivo, per non dovere ammettere la realtà e continuare a negare l’evidenza. È venuto adesso per pura propaganda politica, comportandosi come un pericoloso ‘giullare di piazza’ che fomenta odio e rabbia. Quanto infine alle sue dichiarazioni nelle quali mi definisce un ‘poveretto’, ebbene sì, forse lo sono: mio padre era pescatore, mi ha insegnato ad andare per mare quando ero ancora un ragazzino. Non frequento lidi balneari alla moda in giro per l’Italia, non mi sono arricchito con la politica e vivo ogni giorno insieme ai miei concittadini, nella mia Lampedusa. Sono un pescatore, e sono orgoglioso di esserlo. Lui invece si fa chiamare ‘capitano’, ma capitano di cosa?», ha concluso Martello.

[CREDIT PHOTO: FACEBOOK]

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