I sindaci contro Salvini. «Noi il decreto sicurezza non lo applichiamo»

02/01/2019 di Redazione

Prima Leoluca Orlando da Palermo, poi Dario Nardella da Firenze. Si allarga il fronte dei sindaci contro il decreto sicurezza, tanto caro al ministro dell’interno Matteo Salvini. E non sono soli.

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, vuole sospendere il decreto. “Ho schierato la mia città dalla parte dei diritti – dice a Repubblica – noi applichiamo le leggi ordinarie solo se rispettano la Costituzione repubblicana. È obbedienza alla Carta e non disobbedienza civile. L’iscrizione all’anagrafe è fondamentale, consente alle persone di avere diritti. Sono in ballo interessi primari della persona: l’assistenza, l’asilo. Ci muoviamo in questa direzione anche per il sistema Sprar che è un’esperienza da tutelare mentre questo governo punta a riaprire centri affollati, depositi di persone che rischiano di trasformarsi in verie e proprie bombe umane”.

Il primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, esprime la sua amarezza: “Come sindaci avevamo rilevato queste problematiche fin da ottobre – anche lui a Repubblica – e non c’è stata alcuna concertazione e condivisione. Nella nostra città mai applicheremo norme che vanno contro i principi costituzionali e di accoglienza. A questo punto auspichiamo che il Viminale voglia incontrare l’Anci”.

A unirsi anche Federico Pizzarotti, primo cittadino di Parma: “Da subito abbiamo segnalato che questo decreto, per come è scritto, crea solo problemi, difficoltà nell’avere documenti e quindi nell’inserirsi in un percorso regolare, anche per ottenere un lavoro. Queste persone ovviamente non scompaiono con il decreto sicurezza, ma restano sul territorio, con difficoltà dal punto di vista del riconoscimento. Cercheremo di capire come si muovono gli altri Comuni, di coordinarci. Certo non basta una lettera di un sindaco per modificare il funzionamento dell’anagrafe”.

 

(foto  ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Share this article