Sindaci contro Conte per i coprifuoco locali, Decaro: «Non partecipiamo più alla cabina di regia»

La presa di posizione dell'Anci dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio e il nuovo dpcm

19/10/2020 di Gianmichele Laino

L’Italia dei campanili si schiera dalla parte opposta, questa volta, rispetto a quella di Giuseppe Conte. I sindaci contro Conte dopo che il presidente del Consiglio ha firmato il Dpcm del 18 ottobre che prevede, tra le altre cose, che si possano stabilire dei coprifuoco locali, a partire dalle ore 21, se dovessero ravvisarne l’esigenza, soprattutto per quei luoghi che sono più affollati nelle ore della movida e non solo. L’Anci sarebbe sul piede di guerra e si sarebbe già fatta sentire con il presidente del Consiglio attraverso il suo presidente, il sindaco di Bari Antonio Decaro.

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Sindaci contro Conte per i coprifuoco locali dalle 21

Cosa prevede, nei fatti, il Dpcm. C’è un passaggio che parla esplicitamente di queste chiusure a macchia di leopardo in caso di situazioni di emergenza o di ravvisato pericolo per gli assembramenti e, di conseguenza, per il contagio da coronavirus: «Nelle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private» – si legge.

Tuttavia, mettere in atto questa disposizione può creare degli attriti non indifferenti: saranno davvero i sindaci a dover gestire questa situazione? E su quali basi? Quando potranno effettivamente chiudere strade e piazze? Nella giornata di oggi, dopo una notte passata a ragionarci su, Decaro continua a essere sul piede di guerra e annuncia lo strappo dei sindaci rispetto alla cabina di regia del governo che gestisce l’emergenza.

Sindaci contro Conte: «Non parteciperemo più a cabina di regia»

«Scorrettezze da parte del governo – ha detto Decaro a Radio Capital -. Non ci piacciono le ordinanze-spot: se non possono esserci controlli, la norma è priva di senso. È stata commessa una scorrettezza istituzionale, non parteciperemo più a riunioni di regia perché tanto la presenza dei sindaci è inutile. Si incontrano i ministri con i presidenti di regione e decidono in autonomia. Il governo decide senza tener conto delle esigenze locali».

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