Sentenza Dj Fabo, Simone Pillon: «Consulta si è sostituita al legislatore, aprendo la strada al suicidio di Stato»

Le premesse sono sbagliate e il risultato finale lo è ancor di più. Subito dopo la sentenza della Consulta che ha stabilito testualmente che «non è punibile a determinate condizioni chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile», uno dei primi commenti contrari a questa scelta è quello del senatore leghista Simone Pillon.

Simone Pillon e il post su Facebook sulla decisione della Consulta

Secondo l’esponente del Carroccio, la sentenza della Consulta è la prova di una corte che si vuole sostituire al legislatore sul tema etico. In un post su Facebook, ha scritto: «La Consulta ha di fatto aperto la strada al suicidio di Stato, scavalcando le prerogative del parlamento e sostituendosi al legislatore. È sconcertante che decisioni tanto delicate siano prese a colpi di sentenze».

Strano che un senatore della Repubblica possa affermare una cosa del genere. Non era la prima volta che la Corte Costituzionale, chiamata a intervenire dalla Corte d’Assise di Milano, si era pronunciata nel merito: la Consulta si era riunita già il 23 ottobre 2018 per discutere la questione di costituzionalità e, nel riaggiornarsi al 24 settembre dell’anno successivo, ha invitato il Parlamento ad intervenire offrendo adeguate tutele legislative sul tema, in base alle indicazioni previste all’interno della Costituzione. Il legislatore, quindi, ha avuto un anno di tempo per pronunciarsi. Un anno che è trascorso invano, con dieci proposte del genere depositate in aula e nessuna di queste che abbia avuto un iter tale da portarla alla votazione di Camera e Senato. Altro che ‘Consulta che scavalca le prerogative del parlamento’, insomma.

Simone Pillon parla di persone «costrette a suicidarsi»

Poi, il senatore continua: «La vita umana è sacra e inviolabile. Ci batteremo perchè le persone malate o in situazioni di sofferenza non siano mai tolte di mezzo ma possano in ogni situazione avere sostegno, supporto e terapie antidolore per poter lasciare serenamente questa vita senza esser costretti a suicidarsi.
Qualcuno porterà per sempre questa decisione sulla coscienza». Ha detto proprio così: ‘costretti a suicidarsi‘.

La Corte Costituzionale, sia chiaro, con la sua sentenza non costringe nessuno a suicidarsi. Nemmeno quelle persone che sono affette da una patologia irreversibile e che sono tenute in vita dalle macchine. Si lascia libertà di scelta. La sentenza ammette soltanto che, nel caso in cui si dovesse optare per il suicidio assistito, questa opzione possa essere portata a termine senza entrare in contrasto con la legge. In più, il parlamento, ora, ha il dovere di individuare una legislazione adatta che possa regolamentare e disciplinare questi casi.

Ma Simone Pillon, evidentemente, non tiene conto di questi aspetti e cerca di orientare, attraverso le sue dichiarazioni sui social network, i suoi followers che sono pronti – lo si legge nei commenti – a citare passi biblici e a invocare la madonna di Medjugorje per combattere «satana».

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