La lezione di Simone di Torre Maura ai radical chic che avevano criticato il suo modo di parlare | VIDEO

05/05/2019 di Enzo Boldi

Poco più di un mese fa il nome del giovane Simone di Torre Maura era balzato agli onori della cronaca per aver affrontato alcuni militanti di CasaPound nel giorno delle proteste di quartiere contro l’arrivo di alcune famiglie rom a cui erano state assegnate – secondo regolare procedura del Comune di Roma – alcuni alloggi popolari. Il coraggio del 15enne, che ha risposto per le rime a chi era lì solamente per fagocitare e far montare l’odio della gente per portare a casa qualche voto in più, ricevette grande stima, ma anche qualche critica da parte di alcuni cosiddetti ‘radical chic’ che posero la lente d’ingrandimento sul suo modo di parlare. Parole al vento, dato che, come spesso capita a tutti, il linguaggio che utilizziamo si confà al luogo e al contesto in cui ci si trova a parlare. E Simone di Torre Maura lo ha confermato nel giorno in cui ha ricevuto un premio.

Il 15enne ha ricevuto, ieri, a Roma il premio simbolico ‘Figlio Migliore’ nell’ambito della kermesse Mamma Roma 2019, un evento che celebra e omaggia tutti i cittadini capitolini che si sono resi protagonisti di buone pratiche civiche e in favore della cittadinanza. «Come si vive oggi a Torre Maura? Uguale a prima – ha risposto il giovane Simone nel corso della premiazione -. La cosa che più mi ha emozionato che alcuni miei amici che vengono da famiglie di destra mi hanno ringraziato e fatto i complimenti, questa è la cosa più importante».

Simone di Torre Maura e il suo italiano perfetto, alla faccia dei radical chic

Il suo gesto è stato sottolineato più volte, così come nel mirino di alcune critiche radical chic finì il suo modo di parlare per affrontare i militanti di CasaPound. Quel «nun me sta bene che no» detto in faccia a chi, tra l’altro, parlava un italiano ancora più sgangherato di lui, divenne un motivo per fare un’inutile sottolineatura che nulla aveva a che fare con i fatti di cronaca acclarati in quella giornata. E Simone di Torre Maura, con il suo intervento in un’aula universitaria, ha confermato quanto fossero sterili quelle polemiche.

Il linguaggio si adatta al contesto e alla situazione

Senza mai dirlo, senza mai pronunciarlo. Il 15enne si è limitato a testimoniare – parlando di altro – come faccia parte dell’essere umano utilizzare un linguaggio consono al luogo e alla situazione in cui si trova. Ed è così che per affrontare CasaPound si utilizza un gergo popolare, di strada: il classico romanesco, o romanaccio. Quando ci si trova di fronte a un contesto diverso, invece, la musica cambia e si mostra come l’italiano si sappia parlare benissimo. Sicuramente non serviva neanche specificarlo, ma per zittire alcune polemiche inutili al tempo dei social, sembra essere diventato necessario anche sottolineare questi aspetti.

(foto di copertina da Globalist)

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