Il secondo Natale senza Silvia Romano

24/12/2019 di Enzo Boldi

Luci, canzoni e feste in famiglia. Il Natale è quel periodo dell’anno che offre a molte persone l’opportunità di ricongiungersi con i propri cari e festeggiare questi giorni al loro fianco. Per altri, invece, si tratta di una ricorrenza in cui quel senso di lontananza non può essere colmato dalla distanza e dalle paure che si vivono nel quotidiano. È il caso della famiglia di Silvia Romano, la giovane cooperante italiana rapita il 20 novembre del 2018 a Chakama, in Kenya. Le notizie sul suo destino sono farraginose e la famiglia della 23enne è in attesa che qualcosa si smuova. Un silenzio assordante che coinvolge loro e tutti i cari degli altri sei italiani scomparsi nel nulla in giro per il mondo.

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Sono passati oltre 13 mesi da quel maledetto 20 novembre 2018, quando di Silvia Romano si sono perse le tracce. Sequestrata nel villaggio di Chakama, nel sud del Kenya, mentre collaborava con una onlus italiana. Le sue fotografie sorridenti, quei sorrisi strappati ai bambini di quelle zone – in perenne difficoltà – sono diventate il simbolo di quell’Italia che vuole provare a fare del bene, aiutando i più deboli. Ma da quel giorno di lei, del suo sorriso e della sua voglia di essere utile non si è saputo più nulla.

Il secondo Natale senza Silvia Romano

Le indagini hanno portato all’arresto di tre persone, accusate del suo rapimento. Ma questi fermi non hanno portato praticamente a nulla. E mentre il processo va avanti, si è arrivati al 13esimo mese senza Silvia Romano. Ed è il secondo Natale che la giovane cooperante passerà lontano dall’abbraccio della sua famiglia che attende con ansia di poter anche solo riascoltare la voce di loro figlia.

Gli altri sei italiani rapiti nel Mondo

Un’attesa che coinvolge anche le famiglie degli altri sei italiani sequestrati in giro per il Mondo. Da Padre Paolo Dall’Oglio, rapito in Siria (a Raqqa) il 29 luglio del 2013, a Luca Tacchetto, scomparso in Burkina Faso il 15 dicembre scorso insieme a Edith Blais. Passando per Pier Luigi Maccalli, sequestrato in Niger nella notte del 18 settembre 2018 durante una missione. Fino ad arrivare a Raffaele Russo, suo figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino, di cui si sono perse le tracce dallo scorso 30 gennaio in Messico. Il pensiero, in questi giorni di festa, va anche alle loro famiglie che cercano la verità, ma prima ancora la speranza di poter riabbracciare i loro cari.

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