La notizia della morte di Silvia Romano era su un giornale del Kenya lo scorso 22 febbraio

Le voci incontrollate che riguardano le sorti di Silvia Romano si susseguono anche sui media locali. La vicenda della 23enne volontaria italiana della onlus Africa Milele, infatti, ha interessato alcuni cronisti del Kenya, tra cui Alphonse Kambi Gari. Quest’ultimo, già il 22 febbraio aveva riportato una serie di voci incontrollate sulle vicende di Silvia Romano sul quotidiano, molto popolare nel Paese, The Star of Kenya.

Silvia Romano, le notizie incontrollate che arrivano dal Kenya

Una di queste voci, l’ultima citata dal giornalista, affermava che Silvia Romano fosse morta, dopo una sparatoria tra il kommando dei suoi rapitori e i miliziani di Al-Shabaab. La voce si sarebbe diffusa nel villaggio di Chakama nella zona di Kilifi, dove la ragazza era stata rapita mentre lavorava a un progetto di cooperazione con minori per conto della sua onlus. Secondo il giornalista, Silvia Romano sarebbe finita nel bel mezzo di un traffico d’avorio. Uno scambio finito male, che avrebbe comportato tensioni tra i rapitori e i committenti della partita d’avorio.

La notizia è stata riportata, con ampio risalto, anche dal Giornale. Quello che il quotidiano di Alessandro Sallusti non dice, tuttavia, è che la notizia non ha alcun riscontro. Vengono citati come fonte gli abitanti del villaggio in cui Silvia Romano lavorava e non meglio specificate fonti di polizia. Mentre, in qualche riga precedente, lo stesso giornalista chiariva che i funzionari di polizia interpellati ufficialmente dalla testata non hanno fornito commenti in merito alla vicenda.

La doppia versione contrastante su Silvia Romano di un giornalista del Kenya

A confermare la teoria che si tratti di un articolo carico di supposizioni, c’è anche la seconda voce riportata dal giornalista Alphonse Kambi Gari, che andrebbe in una direzione completamente opposta rispetto alla morte di Silvia Romano. Sempre nello stesso articolo, infatti, il giornalista del The Star ha affermato che la ragazza sarebbe stata portata di nascosto in Europa (per quale motivo, poi?), in salvo perché il governo italiano avrebbe pagato segretamente un riscatto.

Il giornalista, inoltre, documenta anche alcuni modi di procedere della polizia kenyana nel suo articolo. Sostiene infatti che, il giorno del suo rapimento, la polizia di Langobaya arrivò sul luogo del misfatto due ore dopo il rapimento, nonostante la stazione distasse circa 20 chilometri dal luogo in cui risiedeva Silvia Romano.

Alphonse Kambi Gari, inoltre, nel suo articolo cita anche una affermazione di Flavio Briatore, che avrebbe affermato che Silvia Romano aveva parziali responsabilità in quello che era accaduto perché viveva troppo distante da un presidio della polizia. Non si comprende perché, in questo articolo, sia stato necessario inserire questa frase, né se effettivamente Flavio Briatore abbia mai risposto al giornalista kenyotra. Insomma, prima di diffondere notizie allarmistiche, bisognerebbe rifletterci su.

In ogni caso, questa confusione su Silvia Romano dimostra palesemente come ci sia bisogno di un intervento energico della diplomazia e del governo italiano per cercare di entrare nelle indagini. La mancata risposta data dalle autorità kenyote alle richieste del pm Sergio Colaiocco di inviare un team di inquirenti sul luogo del rapimento non possono essere lasciate cadere.

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