Il consiglio Comunale di Pisa, guidato dalla Lega, boccia la mozione per Silvia Romano

18/09/2019 di Enzo Boldi

Sono passati quasi dieci mesi dal rapimento di Silvia Romano, la cooperante italiana rapita in Kenya il 20 novembre dello scorso anno, ma ancora poco si sa sul suo destino e sulle indagini su questo caso. La politica italiana, al netto di alcune dichiarazioni di facciata, sembra essersi messa in una posizione di perenne attesa che ha quasi il sapore del disinteresse. Sotto traccia si starà sicuramente lavorando anche dalla Farnesina, ma l’apparenza restituisce una verità abbastanza diversa. E nel novero del comportamento delle istituzioni si inserisce anche quanto accaduto a Pisa nella giornata di martedì 17 settembre.

Il racconto della giornata nel consiglio Comunale della città toscana è stato raccontato da Possibile attraverso le parole del suo fondatore Giuseppe Civati. La maggioranza – di centrodestra e guidata dalla Lega – ha, infatti, bocciato una mozione che aveva come obiettivo quello di garantire un maggiore impegno delle istituzioni (nello specifico quelle pisane) affinché le sorti di Silvia Romano non rimanessero in quella zona d’ombra, dando una maggiore importanza alla richiesta di maggiore interesse (anche fattivo) da parte del Comune toscano. Cosa che, invece, non sembra esser stata gradita al consiglio.

A Pisa la Lega boccia la mozione per Silvia Romano

«Oggi durante il consiglio comunale di Pisa la maggioranza ha bocciato la mozione per Silvia Romano, che chiede il massimo impegno da parte delle istituzioni per la liberazione della giovane cooperante rapita in Kenya – ha amaramente commentato Giuseppe Civati in una nota pubblicata sul sito di Possibile -. La Lega e la destra non perdono occasione per dimostrare l’ipocrisia e il vuoto dietro i loro stessi slogan: tuonano ‘Prima gli italiani!’, ma se ne dimenticano quando gli italiani e le italiane sono Giulio Regeni e Silvia Romano».

Il commento amaro di Civati

Un evento, quello di Pisa, che va a legarsi alla rimozione di alcuni striscioni dai palazzi istituzionali per chiedere e, soprattutto, ricordare come la verità vada ricercata e le luci non vadano mai spente in casi come quelli dei due italiani. «A Pisa, dove avrebbe potuto prevalere la preoccupazione e l’attenzione per la vicenda di una giovane donna di cui non si hanno notizie da troppi mesi, se non le tracce che sono emerse nelle ultime settimane dalle indagini – conclude Civati -, si è invece consumato l’ennesimo episodio della guerra spietata alle ONG che la Lega porta avanti all’insegna della propaganda e della disumanità».

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