Come Giorgia Meloni sta usando in maniera sbagliata la signora Brunilde che chiude «per colpa del Pos»
14/01/2020 di Redazione
Per spiegare quanto questa vicenda sia stata strumentalizzata, bisogna in primo luogo capire chi sia la signora Brunilde. Un servizio di Stasera Italia, programma di Rete4 che va in onda nel preserale, ha raccontato la storia di questa piccola esercente di Prato che ha oltre 90 anni e che, da circa 80 anni, gestisce una merceria in centro. Il servizio ha mostrato come, in seguito alle recenti norme introdotte dal governo sul Pos obbligatorio, la signora sia costretta a chiudere bottega.
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La signora Brunilde e la sua bottega a Prato
Una occasione ghiotta per Giorgia Meloni che non ha esitato a prendere a modello questa vicenda per attaccare il governo. Tuttavia, la sua strumentalizzazione sembra troppo eccessiva, anche a un primo sguardo. «Dopo 80 anni di attività la signora Brunilde è costretta a chiudere bottega a causa del pos obbligatorio voluto dal Governo – ha scritto Giorgia Meloni -. Ha resistito alla concorrenza sleale cinese, non a quella di uno Stato spione e vessatore. Manderemo a casa prima possibile questo governo ammazza imprese».
Dopo 80 anni di attività la signora Brunilde è costretta a chiudere bottega a causa del pos obbligatorio voluto dal Governo. Ha resistito alla concorrenza sleale cinese, non a quella di uno Stato spione e vessatore. Manderemo a casa prima possibile questo governo ammazza imprese. pic.twitter.com/K7S4M60dC1
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) January 14, 2020
Giorgia Meloni ha strumentalizzato la vicenda della signora Brunilde
Basta guardare semplicemente il video mandato in onda da Stasera Italia per rendersi conto che il paragone e il confronto fatto dalla leader di Fratelli d’Italia sia esagerato e sbagliato. La signora Brunilde, infatti, sceglierà di chiudere il proprio esercizio commerciale. Tra le altre cose, anche per l’introduzione del Pos. Un sistema, evidentemente, troppo complesso per lei che, alla sua veneranda età, rappresenterebbe uno sforzo eccessivo. Per questo motivo, ha deciso di anticipare semplicemente la chiusura di un esercizio commerciale che già naturalmente era avviato all’esaurimento della sua attività.
Strumentale anche l’accostamento con «la concorrenza sleale cinese». Prato, la città dove la signora Brunilde opera, è un famoso esempio per l’integrazione. Diversi cittadini di origini cinesi, infatti, hanno aperto varie attività commerciali in ogni settore. Dire che la merceria abbia resistito alla concorrenza sleale cinese è una iperbole che si basa sul luogo comune delle dispute tra i cittadini di prato e i loro concittadini di origini cinesi di seconda generazione.
Il tutto, ovviamente, è stato accompagnato da una didascalia decisamente urlata che racconta di un «governo ammazza imprese» che fa chiudere l’ennesima «bottega storica italiana». L’introduzione del sistema del Pos, lo si ricorda, è stato previsto dall’ultima legge di bilancio e mira a combattere l’evasione fiscale. È uno strumento di garanzia per il consumatore e per lo Stato che, in questo modo, potrà avere contezza delle tasse che vengono versate dai commercianti. Adattarsi o non adattarsi è una scelta che comporta delle conseguenze. Ma non è stata di certo questa la (sola) motivazione che ha spinto la signora Brunilde a esprimere la sua intenzione di chiudere bottega.