Dal 20 maggio non saranno più vendute le sigarette al mentolo
18/05/2020 di Enzo Boldi
Le sigarette al mentolo hanno i giorni contati. Dal prossimo 20 maggio, infatti, anche in Italia entrerà in vigore il divieto di vendita di quei prodotti – anche per quel che riguarda il tabacco trinciato e aromatizzato – previsto dalla Direttiva UE 40/2014, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 2016. Sugli scaffali dei tabaccai, dunque, spariranno quei prodotti che vengono, di fatto, bannati dal quello che, sei anni fa, venne denominato Menthol ban. Ma questo provvedimento non riguarderà tutto il mercato delle tabacco al mentolo.
LEGGI ANCHE > La pericolosità di sostenere che la nicotina protegga dal coronavirus
La direttiva, dunque, risale al 2014 ed è stata recepita dall’Italia nel 2016. Proprio con quel decreto legislativo era stata indicata nel 20 maggio la data dell’inizio dei divieti di vendita delle sigarette al mentolo e trinciati aromatizzati. Ma non si tratta di un divieto tout-court. Rimarranno in vendita, infatti, i sigari, i sigaretti, le sigarette elettroniche (quindi gli aromi dei cosiddetti prodotti da svapo) e gli stick mentolati che vengono utilizzati nei dispositivi che scaldano tabacco e non lo bruciano (come, per esempio, le Iqos). Insomma, questo divieto riguarda specifici prodotti suddivisi per tecnologia.
Sigarette al mentolo, da mercoledì 20 maggio non saranno più in vendita
Domani, martedì 19 maggio, sarà dunque l’ultimo giorno per acquistare sigarette al mentolo e tabacco trinciato aromatizzato al mentolo. Il decreto legge che entrerà in vigore da mercoledì 20 maggio, infatti, riguarda tutti quei prodotti che contengono mentolo come ingrediente, anche in capsule nel filtro (come nel caso di molte sigarette). «Dal 20 maggio 2020 è vietato vendere al pubblico anche prodotti del tabacco con aroma mentolo. Non è previsto il reso dei prodotti in giacenza che comunque dovranno essere rimossi e non più messi in vendita dal 20 maggio – si legge nel comunicato della Federazione Italiana Tabaccai –. Per la violazione di tale divieto sono previste sanzioni che vanno da 500 a 5.000 euro».
(foto di copertina: da Pixabay)