Cosa cambierà, a breve, nel mercato delle app digitali: il sideloading

Sui dispositivi Android è già disponibile da tempo, ancor prima del verdetto della causa "Epic Games contro Google". Dal 2024, questo principio sarà (è un obbligo) applicato anche da Apple

13/12/2023 di Enzo Boldi

Dove non sono arrivate – o lo hanno fatto solo parzialmente – le “vecchie” leggi, arriverà il Digital Markets Act. Le due cause intentate da Epic Games contro Apple (persa) e Google (vinta) per abuso di posizione dominante sul mercato delle app digitali (oltre a politiche scorrette in termini di libera concorrenza) hanno dato parzialmente i propri frutti. Se, visto il recente verdetto, il gigante di Mountain View dovrà necessariamente modificare alcuni suoi principi relativi (per esempio) ai pagamenti, l’azienda di Cupertino dovrà cambiare le proprie politiche di accesso alle app suo dispositivi iOS. Si chiama principio di “sideloading” e permetterà agli utenti di scaricare applicazioni su iPhone, iPad e Mac senza passare esclusivamente dall’App Store.

LEGGI ANCHE > Il significato della storica vittoria di Epic Games contro Google

L’ecosistema della mela morsicata è sempre stato chiuso. Lo si è visto con i cavi lightning per la ricarica e il trasferimento dati (ora, per legge, sostituiti dal più comune – ed efficiente, oltre che universale – USB-C) e per tutti quegli apparati esterni non compatibili. Nel 2024, cambierà anche il paradigma del download di app sui dispositivi: il Digital Markets Act, infatti, obbliga i gatekeeper a consentire il download anche da store digitali non ufficiali.

Sideloading obbligatorio anche per Apple dal 2024

Google, con Android, lo consente da tempo. Ma fino a qualche anno fa, scaricare un’app senza passare dal Play Store era impossibile. Ora questo principio è esteso – per legge – a tutte le aziende con Apple che dovrà consentire il sideloading da store terzi, esterni all’ecosistema di Cupertino. Come spiega il DMA:

«Il gatekeeper consente, anche a livello tecnico, l’installazione e l’uso effettivo di applicazioni software o di negozi di applicazioni software di terzi che utilizzano il suo sistema operativo o che sono interoperabili con esso e consente l’accesso a tali applicazioni software o negozi di applicazioni software con mezzi diversi dai pertinenti servizi di piattaforma di base di tale gatekeeper. Il gatekeeper, se del caso, non impedisce che le applicazioni software scaricate o i negozi di applicazioni software di terzi chiedano agli utenti finali di decidere se desiderano impostare come predefiniti tale applicazione software scaricata o tale negozio di applicazioni software. Il gatekeeper consente, a livello tecnico, agli utenti finali che decidono di impostare come predefiniti tale applicazione software scaricata o tale negozio di applicazioni software di effettuare facilmente tale modifica». 

Ed è questo il principio del sideloading. Consentire agli utenti di non utilizzare esclusivamente gli store ufficiali per scaricare e installare app. A prescindere dal sistema operativo (iOS, in questo caso).

La posizione di Cupertino

Ci si attendeva che questa soluzione fosse presente anche nell’aggiornamento iOS 17, ma per il momento ancora non c’è. Ma entro marzo 2024, il sideloading dovrà esser messo a disposizione di tutti gli utenti. Nonostante Apple si sia sempre detta contraria. Come riportato dal The Indipendent, il capo dell’ingegneria e dell’architettura di sicurezza di Cupertino – Ivan Krstić – ha sottolineato come questo principio metta rischio la sicurezza dei dispositivi (con utenti che potrebbero non optare per un percorso “sicuro” di download). Inoltre, sostiene che si tratta di un falso mito di libera scelta:

«È tutto un grande fraintendimento, che abbiamo cercato di spiegare più e più volte. La realtà di ciò che consentirebbero i requisiti di distribuzione alternativi è che il software di cui gli utenti in Europa hanno bisogno, potrebbe essere disponibile solo al di fuori dell’App Store, distribuito in modo alternativo.
In quel caso, gli utenti non potranno scegliere di ottenere quel software tramite un meccanismo di distribuzione di cui si fidano. Quindi, in realtà, non è affatto vero che gli utenti manterranno la scelta di oggi di ottenere tutto il loro software dall’App Store». 

Sta di fatto che si tratta dell’ennesima apertura – per legge – a un ecosistema nato chiuso e vissuto per anni all’interno di confini ben definiti.

Share this article
TAGS