La Siberia ha proclamato lo stato di emergenza per incendi, roghi senza precedenti anche in Alaska

Il nord del nostro pianeta sta andando a fuoco. Da circa un mese continuano i roghi che stanno mettendo in difficoltà Siberia, Canada, Alaska, Groenlandia. Se i roghi si concentrano spesso in zone disabitate, la quantità di anidride carbonica che è stata immessa nell’atmosfera è allarmante, pari a quella annualmente prodotta dalla Svezia.

La Siberia ha proclamato lo stato di emergenza per incendi, roghi senza precedenti anche in Alaska

Le temperature rilevate nel mese di giugno in Siberia superano la media stagionale di ben 5,5 gradi.  Il calore inusuale favorisce il propagarsi delle fiamme che stanno colpendo l’Artide, ovvero la zona più fredda della terra , da circa un mese producendo inoltre una quantità di fumo tale da poter essere osservata persino dallo spazio.  Alcuni dei 100 roghi individuati dal Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams) – che definisce quanto sta accadendo come «senza precedenti»–  hanno infatti raggiunto le dimensioni di circa 100mila campi da calcio e delle stime provvisorie paragonano la quantità di anidride carbonica derivata dalle fiamme come pari a quella prodotta in un anno dalla Svezia.

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Si trovano in Siberia i roghi più preoccupanti, nelle zone di Yakutia, Krasnoyarsk, Irkutsk e Buriazia. Lì il terreno ricco di torba si è incendiato, e le fiamme, complici i forti venti e le alte temperature, si sono dispiegate bruciando già 2 milioni di acri. I pompieri, il cui intervento è estremamente ridotto dalle basse condizioni di visibilità per il fumo, non riescono a domare gli incendi, tanto che la Siberia ha proclamato lo stato di emergenza nazionale.

 

 

 

(credits immagine di copertina:   � LANCE/EOSDIS MODIS/NASA/ZUMAPRESS.com)

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