La senatrice Nugnes (M5S): «Voglio votare contro il dl sicurezza». Ora la maggioranza rischia

30/10/2018 di Redazione

Maggioranza a rischio sul decreto legge sicurezza per la fronda interna al Movimento 5 Stelle. A manifestare il proprio dissenso in questi giorni rispetto al provvedimento caro alla Lega e a Matteo Salvini sono stati quattro senatori pentastellati: Elena Fattori (che ieri ha dichiarato addirittura «I nostri elettori dovrebbero prenderci con i forconi»), Paola Nugnes, Gregorio De Falco e Matteo Mantero. Se i dissidenti dovessero esprimersi contro il testo anche in aula a Palazzo Madama e dovesse allargarsi la pattuglia dei ribelli, il provvedimento potrebbe non avere i numeri necessari.

Dl sicurezza, la senatrice M5S Nugnes: è partito male, voglio votare contro

«Il gruppo» del M5S «non riceve con piacere questo provvedimento. Probabilmente è partito male dal Consiglio dei ministri», ha detto oggi Nugnes parlando del dl, che ora è all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato per la conversione in legge. «Voglio votare contro questo provvedimento, partito male, ma nel caso di un’eventuale fiducia mi riservo di valutare il da farsi», sono state le parole della parlamentare. «Io – ha aggiunto – sono portatrice della visione originaria, iniziale, del movimento e non condivido questa sua trasformazione alla quale sto assistendo».

La minaccia di Di Maio: chi tradisce è fuori dal Movimento

Il Movimento 5 Stelle proverà a risolvere i nodi in un’assemblea parlamentare congiunta prevista questa sera a Montecitorio. La riunione è stata convocata proprio per discutere delle questioni più spinose di questi giorni, dal Tap al decreto sicurezza, passando per la manovra finanziaria. La riunione si preannuncia agitata dal momento che i ribelli sono stati invitati a far rientrare la loro contrarietà. Fattori, De Gregorio e Nugnes hanno presentato emendamenti non condivisi dal leader Luigi Di Maio. E secondo i retroscena Di Maio ha avvertito i dissidenti evocando il ricordo al pugno duro: chi vota contro è fuori dal M5S.

I conti al Senato: se si allarga la fronda maggioranza a rischio

Il dissenso può creare problemi alla tenuta della maggioranza sul provvedimento perché renderebbe il margine di seggi di vantaggio a Palazzo Madama più ristretto. Al Senato la maggioranza M5S-Lega è infatti composta da 167 senatori, 58 leghisti e 109 pentastellati. Senza i voti dei quattro potenziali ribelli Fattori, De Gregorio, Nugnes e Mantero si scenderebbe a quota 163, solo tre voti in più della quota della maggioranza assoluta dei seggi (160 seggi). Anche se l’opposizione votasse compatta, M5S e Lega resterebbero in vantaggio. Ma tutto diventerebbe estremamente rischioso qualora il malumore tra i pentastellati aumentasse. Per mettere a rischio la tenuta della maggioranza, la fronda dei dissidenti dovrebbe crescere e arrivare ad almeno una decina di voti. A quel punto non sarebbero consentite più assenze ingiustificate e potrebbe essere determinante anche il supporto di senatori che non fanno parte dei gruppi di M5S e Lega. Potrebbe ad esempio essere decisivo l’appoggio dei due rappresentanti del Maie iscritti al gruppo misto, Adriano Cario e Ricardo Antonio Merlo, e di due ex pentastellati come Maurizio Buccarella e Carlo Martelli.

(Foto di copertina da archivio Ansa: la senatrice Paola Nugnes arriva a Montecitorio per la riunione dei gruppi parlamentari M5S, il 3 aprile 2018. Credit immagine: ANSA / GIUSEPPE LAMI)

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