Semilibertà ai manager tedeschi di Thyssenkrupp, i parenti delle vittime del rogo: «Ci incateneremo a Roma»

Basiti per una sentenza che, dopo quasi 13 anni, sembra davvero troppo poco. L’ex ad Espenhahn e il dirigente Priegnitz hanno ricevuto una condanna di 5 anni con la possibilità di uscire durante il giorno per lavorare. I colpevoli del rogo che uccise sette operai di Torino il 6 dicembre 2007 saranno liberi di recarsi a lavoro durante il giorno. Il verdetto è stato immediatamente contestato dai familiari di coloro che persero la vita nel tragico rogo.

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La sentenza per il rogo Thyssenkrupp

Semilibertà per Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, i due manager che sono stati ritenuti corresponsabili dell’incendio del dicembre 2007 in cui persero la vita ben sette operai. I due, che non hanno ancora cominciato a scontare la pena di 5 anni – il massimo della pena prevista in Germania per omicidio colposo -, hanno ottenuto anche la semilibertà. Dovranno stare in carcere di notte e potranno uscire di giorno, liberi di andare a lavorare. Ad autorizzarlo è stata la procura tedesca di Essen. L’esecuzione della condanna dovrebbe cominciare entro la dine di questo mese, con la comunicazione del regime di semilibertà che è arrivata oggi alla procura generale di Torino.

La reazione dei parenti delle vittime

La reazione dei parenti degli operai morti ormai 13 anni fa non è stata, comprensibilmente, affatto morbida. «Ci incateneremo a Roma. Andremo a Essen. Qualcosa faremo. Devono dirci come è possibile questa cosa»: questo il commento di Rosina Platì, madre di una delle vittime del rogo. «Stasera volevamo festeggiare, ma in qualche modo sentivamo che sarebbe arrivata una notizia di questo genere. Adesso basta: ci devono spiegare cosa è successo. Hanno giocato troppo con noi e non ci fidiamo più di nessuno». Anche Antonio Boccuzzi, tra i sopravvissuti alla tragedia, si è definito «basito». Aggiunge: «Devono ancora inventare un aggettivo per esprimere le sensazioni che sto provando ora. La notizia è inattesa quanto vergognosa». Cinque anni erano pochi, ma almeno erano qualcosa, questa concessione, invece, è pazzesca, incredibile, discutibile».

(Immagine copertina da un servizio de Le Iene)

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