I quattro scenari della seconda ondata di Coronavirus in Italia
Il documento redatto dal CTS sarà presentato alle Regioni
06/10/2020 di Enzo Boldi
La situazione Coronavirus in Italia mostra da alcune settimane delle criticità, ma il nostro Paese non si trova – fortunatamente – nelle stesse condizioni in cui versano Francia, Spagna e Regno Unito (per citare gli Stati più vicini a noi). A differenza di quanto accaduto tra fine febbraio e inizio marzo, però, si prova ad anticipare i tempi per affrontare la seconda ondata di contagi attraverso alcuni piani (la cui entrata in vigore dipenderà dalla curva epidemiologica delle prossime settimane) predisposti e da applicare a livello locale per cercare di scongiurare un ritorno a lockdown generali.
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Il quotidiano La Repubblica spiega che gli esperti del Comitato Tecnico-Scientifico hanno redatto un documento per affrontare l’evoluzione della pandemia nel nostro Paese. La seconda ondata viene individuata in base a quattro scenari che seguono pedissequamente l’andamento dei contagi con l’applicazioni di regole graduali per evitare l’aumento di contati qualora la situazione dovesse presentarsi più critica. Questo piano sarà presentato alla Regioni.
Seconda ondata, i quattro scenari del Cts
Ancora non si parla di numeri, ma di livelli di attenzione. Il primo scenario (considerato di rischio basso) si presenta quando l’indice Rt rimane sotto quota 1, quando c’è una bassa circolazione del virus e i focolai sono sporadici. In queste condizioni, secondo quanto redatto dal Cts, si procederà con le classiche misure standard: test e tracciamento di casi e contatti. Insomma, la situazione che stiamo vivendo attualmente.
Il secondo scenario della seconda ondata è individuato da un livello di rischio medio: circolazione più elevata a livello nazionale, formazione di focolai in aumento, ma con il sistema sanitario nazionale in grado di sostenere i numeri che arriveranno. In questo caso, secondo il documento, saranno le Regioni a poter prendere iniziative ad hoc per scongiurare l’aumento dei contagi: dalle zone rosse locali, fino alla chiusura delle scuole.
I piani in caso di situazione grave
La situazione cambia notevolmente in caso di Rt in notevole salita (sempre sopra quota 1), di crescita anomala di focolai e sistema sanitario in affanno: in questo terzo scenario disegnato dal Cts sulla seconda ondata si potrebbero disporre anche le chiusure di attività aperte al pubblico. Sempre a livello locale, nel tentativo di evitare un lockdown generale.
Il quarto e ultimo scenario è il più grave e si presenta quando l’indice di trasmissibilità dei contagi supera stabilmente quota 1,5 da più di tre settimane. In questo caso si dovranno creare delle zone rosse più estese: interi comuni, provincie o porzioni di Regione. E qui potrebbe entrare in ballo anche la decisione della chiusura delle scuole e di altre attività.
(foto di copertina: da Pixabay)