Covid, Sileri preoccupato per «pranzi in famiglia e cene con amici»
Il vice ministro della Salute ha parlato della circolazione del virus e della seconda ondata
22/09/2020 di Ilaria Roncone
La seconda ondata coronavirus attesa ci sarà ma tutto dovrebbe essere sotto controllo: i casi aumenteranno ma il monitoraggio sarà costante, insomma. Queste le parole del vice ministro della Salute che ha parlato di «circolazione del virus che salirà e i focolai saranno tantissimi ma non dobbiamo preoccuparci». Occhi puntati sui rientri dall’estero e anche sulle occasioni di convivialità come i pranzi in famiglia e le cene con gli amici, eventi che preoccupano il vice di Speranza.
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La seconda ondata coronavirus non sarà come marzo-aprile
«La circolazione del virus salirà, è innegabile. I contagi continueranno a salire, però lo faranno in modo graduale, con una crescita controllata attraverso tamponi e sorveglianza. I focolai saranno tantissimi e ci sarà anche una sovrapposizione con le sindromi influenzali. Ma non dobbiamo preoccuparci»: il virus c’è, si potrà confondere con l’influenza ma il costante monitoraggio della situazione deve farci rimanere tranquilli. Niente panico per la seconda ondata, quindi, che «difficilmente sarà come quella di febbraio e marzo perché significherebbe non usare la mascherina, non lavarsi le mani e stare vicini». La situazione in cui ci siamo trovati ormai cinque o sei mesi fa non dovremmo più rischiarla – sempre ammesso che tutti rispettino le regole di distanziamento e l’utilizzo dei Dpi -.
Sileri «molto preoccupato dai pranzi in famiglia e delle cene con amici»
A impensierire Sileri, in particolare, non è tanto la diffusione Covid negli ospedali – che «nei mesi scorsi sono stati degli amplificatori della diffusione del virus» – perché ora non accade più. «Oggi sono molto più preoccupato dai pranzi della domenica in famiglia e delle cene con amici. Molte persone pensano che il virus non se lo sono preso questo è un errore che non deve essere commesso», ha chiarito ai microfoni di InBlu Radio.
Sui casi di importazione
L’altro grande rischio, attualmente, è l’importazione del virus da altri paesi. I numeri in tutta Europa stanno crescendo e ci sono paesi che stanno registrando picchi altissimi – come i 10 mila nuovi contagi in un giorno in Francia -. A questo proposito «servirebbe una strategia più ampia, non solo dell’Italia nei confronti della Francia ma una visione dell’intera Europa per dare delle linee definite: oggi è la Francia ma domani i casi saliranno in Germania e poi in Inghilterra». La soluzione potrebbe essere «avere un tampone antecedente di 2-3 giorni la partenza. Questo significa convivere con il virus perché il rischio non può essere zero. Se tutti gli Stati facessero questo potremmo intercettare le situazioni che potrebbero innescare dei focolai. Il rischio non sarà mai controllato»