Sea Watch annuncia la querela per diffamazione contro Matteo Salvini
13/06/2019 di Gaia Mellone
Stavolta a minacciare una battaglia legale è la Sea Watch: dopo gli attacchi del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che aveva ribadito un possibile legame tra l’organizzazione e gli scafisti dei migranti, la Ong annuncia una querela per diffamazione a mezzo stampa.
Matteo Salvini: «Tripoli offre un porto per lo sbarco», è la prima volta che accade
Dopo aver soccorso i 53 migranti la Sea Watch da ieri è rimasta nella zona Sar libica in attesa di indicazioni. Per la prima volta, forse frutto degli accordi del decreto bis, Tripoli ha offerto un porto di sbarco alla nave. Un’offerta che la Ong non ha intenzione di accettare poiché è stato appurato che la costa libica non costituisce un “porto sicuro”. E su quetso punto torna ad attaccare Matteo Salvini, che fornisce chiare indicazioni sulla posizione della Sea Watch 3 chiamandola «nave illegale». Attualmente, secondo il tweet del ministro, «si trova ora a 38 miglia dalle coste libiche, a 125 miglia da Lampedusa, a 78 miglia dalla Tunisia e a 170 miglia da Malta». «Le autorità libiche hanno assegnato ufficialmente Tripoli come porto più vicino per lo sbarco» continua il ministro dell’interno sempre su Twitter, intimando che «se la nave illegale Ong disubbidirà, mettendo a rischio la vita degli immigrati, ne risponderà pienamente» e chiude il tweet con l’hashtag «#portichiusi».
Sea Watch annuncia la querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti di Matteo Salvini
Accuse inaccettabili, che la Ong non è disposta a tollerare. Le «dichiarazioni diffamatorie a mezzo stampa» con le quali Matteo Salvini ha insultato «la Ong e l’operato della sua nave» saranno materiale da tribunale. L’operato della Ong, hanno dichiarato i legali Alessandro Gamberini e Leonardo Marino, «si sostanzia, sempre, in legittima attività di soccorso e salvataggio», e nel caso specifico del salvataggio dei 53 migranti, che Salvini aveva commentato, i legali precisano che «le autorità libiche non hanno dato alcuna indicazione alla nave della Ong da noi rappresentata la quale ha rispettato la vigente normativa internazionale che, come oramai noto, vieta il trasbordo e lo sbarco in territorio libico». «Il Ministro sa bene che fare rientrare chi fugge da guerre, violenze e soprusi in un paese che non è qualificato come “porto sicuro”, in costante guerra civile, costituisce una gravissima violazione dei diritti umani, del diritto del mare e del diritto dei rifugiati» hanno continuato i legali della Ong. Gamberini e Marino hanno quindi annunciato «una querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti del Ministro dell’Interno Matteo Salvini» per aver insinuato un legame tra la Ong e gli scafisti, sulle quali i pm avevano già avviato una indagine il cui esito «smentisce categoricamente il Ministro dell’Interno». Inoltre Salvini è accusato dalla Ong di «utilizzare l’importante ruolo istituzionale di capo del Viminale» per violare le proprie competenze «in assenza di elementi oggettivi a supporto delle proprie asserzioni». Un fatto che « lascia, peraltro, perplessi sull’attenzione e le energie che il Ministro ripone sull’attività svolta dalle ong».
(Credits immagine di copertina: ANSA / ETTORE FERRARI)