Giuseppe Conte: «Accoglieremo 15 persone della Sea Watch, ma Malta li faccia sbarcare»

07/01/2019 di Enzo Boldi

Sono ormai in mare da 17 lunghi giorni i 49 migranti a bordi delle navi Ong Sea Watch 3 e Sea Eye e in Europa, con l’Italia nel bel mezzo di una discussione tutta interna alla maggioranza, ancora non si è trovata una soluzione per l’accoglienza di questi esseri umani. Il nostro governo continua a litigare tra chi – Matteo Salvini – continua a ribadire, come fosse uno slogan elettorale, come i porti italiani siano chiusi (cosa non vera, confermata anche dal ministro Toninelli), e chi – Luigi Di Maio e Giuseppe Conte – conferma l’intenzione di accogliere una parte di quei 49 migranti.

L’ultima parola sulla questione – ma che non sarà quella definitiva – l’ha messa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che si è finalmente espresso sulle vere intenzioni dell’Italia: «Non solo donne e bambini, ma anche mariti e padri – ha spiegato il premier -, perché non siamo gente che smembra le famiglie. Daremo un segnale all’Europa dopo che tutti avranno rispettato le regole». Insomma, prima Malta dovrà provvedere a far sbarcare gli ‘ospiti’ della Sea Watch 3 e Sea Eye, poi se ne riparlerà.

L’Italia pronta ad accogliere 15 migranti della Sea Watch

Perché occorre attendere la decisione di Malta, perché per Giuseppe Conte i porti italiani restano chiusi. «La linea di Salvini e del governo è salva – ha spiegato il presidente del Consiglio -. I nostri porti restano e resteranno chiusi, quindi ogni accordo è possibile dopo che Malta avrà fatto sbarcare sul proprio territorio i clandestini che si trovano sulle due navi».

Ma i porti sono veramente chiusi?

Nel frattempo proseguono i contatti con Bruxelles, con l’Unione Europea che – dal canto suo – è molto vicina a trovare un accordo con Malta per far sbarcare i 49 esseri umani a La Valletta. Ma nel governo italiano proseguono degli evidenti distinguo. Il principale vede come attore protagonista il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli – che deve essere il firmatario unico della cosiddetta ‘chiusura dei porti’ -, che però ha ribadito come tutto ciò non sia mai avvenuto, come anche confermato con il numero degli sbarchi nel mese di dicembre. «Non ho emanato alcun decreto di chiusura dei porti perché non serve – scrive il ministro su Facebook – , non essendo alcun porto italiano interessato alle operazioni e non avendo il Mrcc (Maritime rescue coordination centre) italiano coordinato i soccorsi». Quindi le possibilità sono due: o Toninelli non sa di cosa parla, o Salvini (e anche Conte) continua a marciare sui proclami elettorali.

(foto di copertina: Chris Grodotzki / sea-watch.org)

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