“Se non mi uccide mi rafforza”: Nietzsche aveva ragione

Secondo uno studio le persone “con i risultati migliori” sono quelleche hanno sperimentato eventi negativi nella loro vita

La scienza è divisa sul decidere se la nota frase del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche sia vera: “Ciò che non mi uccide mi rende più forte”, ovvero, le brutte esperienze garantiscono una vita più serena. “Vi sono molti studi”, commenta un ricercatore dell’Università di Buffalo, “che dimostrano come eventi gravi, come la morte di un figlio o di un genitore, un disastro naturale, essere attaccati fisicamente, aver provato l’abuso sessuale o essere stati separati a forza dalla propria famiglia, possono causare problemi psicologici”.

ADATTARSI E’ SOPRAVVIVERE – “Forse sarebbe meglio non passare mai attraverso brutti momenti. Ma questo”, continua Mark Seery, “non solo è irrealistico, ma è anche non necessariamente salutare”. In uno studio, scrive il Daily Telegraph, “nonostante i ricercatori abbiano trovato che le persone che sono passati attraverso varie avversità siano più sofferenti delle altre, chi non ha avuto nessuna esperienza traumatica ha gli stessi problemi psicologici”. In generale le persone “con i risultati migliori” sono quelle che hanno sperimentato eventi negativi nella loro vita.

PIU’ FORTI – Insomma, ci sono dati contraddittori. Secondo Seery, l’analisi dei dati porta a concludere che “esperienze di vita negativa possono rafforzare le persone, rendendole più capaci a gestire le conseguenti difficoltà”. Per queste persone i meccanismi di difesa sono “più preparati”, e addirittura dotati di più solide relazioni sociali, perché hanno imparato “a chiedere aiuto agli altri”. Lo studio è stato pubblicato su Current Directions in Psychological Science, giornale dell’associazione delle Scienze Psicologiche.

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