La scuola di Roma che presenta i suoi plessi a seconda del ceto sociale di chi li frequenta

15/01/2020 di Redazione

La descrizione dell’istituto comprensivo Via Trionfale di Roma – che ha quattro plessi distribuiti tra il municipio XIV e il municipio XV -, da sola, fa comprendere molto su come venga gestita la comunicazione nel nostro Paese. E su come siamo ancora troppo ancorati a vecchie scuole di pensiero, che portano a differenziare l’istruzione sulla base del ceto sociale di appartenenza. Sul sito icviatrionfale.edu.it – il cui titolare è il ministero dell’Istruzione in viale Trastevere -, infatti, la presentazione dell’istituto viene fatta sulla base delle famiglie di provenienza dei bambini che lo frequentano.

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Scuola via Trionfale, la descrizione dell’Istituto

L’Istituto comprensivo consta di 5 sezioni di Scuola dell’Infanzia,  39 classi di Scuola primaria e 8 classi di Scuola secondaria di I grado. Si avvisa subito l’utente che l’istituto, vista la sua distribuzione su un’ampia fetta di territorio, accoglie alunni diversificati dal punto di vista dell’estrazione sociale. E si arriva, quindi, al passaggio di pessimo gusto:

«La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono, infatti,  alunni  appartenenti a  famiglie del ceto medio-alto, mentre  il Plesso di via Assarotti,  situato  nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario, accoglie  alunni di estrazione sociale medio-bassa e conta, tra  gli iscritti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana; il plesso di via Vallombrosa, sulla via Cortina d’Ampezzo, accoglie, invece, prevalentemente alunni appartenenti a famiglie dell’alta borghesia assieme ai figli  dei lavoratori  dipendenti occupati presso queste famiglie (colf, badanti, autisti, e simili)». 

Il sottotesto nella descrizione della scuola via Trionfale

Non vorremmo che il sottotesto di questa presentazione – raccontata per primo dal portale di news Leggo e che si trova sul sito nella sezione ‘Scuola’ e nella sottosezione ‘Presentazione scuola’ del menu di navigazione almeno fino al momento in cui questo articolo è stato scritto, alle 12.30 del 15 gennaio 2019 – fosse che ci sono alcuni plessi dell’istituto all’interno dei quali è possibile offrire una educazione ‘migliore’ perché il retroterra culturale è più favorevole.

Una storia del genere, infatti, sarebbe fortemente anacronistica e in violazione con i principi della costituzione. All’articolo 34, infatti, la nostra carta fondamentale è molto chiara sui diritti relativi all’accesso all’istruzione, sostenendo che sia aperta a tutti e che i capaci e meritevoli, ancorché privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La speranza è che, nonostante la descrizione, non si faccia alcuna distinzione sulla qualità dell’insegnamento nei singoli plessi della scuola romana.

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