La Azzolina squalifica Scampia parlando di «scuola in appartamento» e il quartiere si ribella

Non c’è nessuna «scuola nell’appartamento» a Scampia. Questa la precisazione che è arrivata dal quartiere con la voce del presidente della VIII Municipalità: «A quale scuola fa riferimento il premier. Basta usare il nome di Scampia come esempio negativo». La sineddoche mal riuscita, che sembra associare qualunque scuola in appartamento – intendendo in condizioni non adeguate – a quella di Scampia non è piaciuta al quartiere. Che ci ha tenuto a precisare come a Scampia non ci sia nessuna scuola in appartamento, chiedendo «la fonte» sulla quale il presidente e la ministra hanno basato tale affermazione e precisando che nel quartiere ci sono esempi di eccellenza nell’istruzione.

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Le parole della ministra Azzolina su scuola a Scampia

«A Scampia scuola in un appartamento, mai più»: questo il passaggio del discorso di Lucia Azzolina che è stato tanto criticato, con la citazione a Scampia per indicare un luogo – tra «40mila edifici scolastici, 8mila autonomie scolastiche» – in cui la scuola, per mancanza di spazi adeguati, è fatta in appartamento. Anche Conte ha parlato della scuola di Scampia, affermando: «Io credo che il sistema Italia se ci si mette, anche se il tempo è poco, può organizzare nuovi locali e spazi. La scuola deve essere come si deve. Dobbiamo tentare di offrire ai ragazzi del quartiere». Con le polemiche per queste uscite arrivano le parole di Apostolos Paipais, presidente della Municipalità: «La scuola-appartamento di Scampia? Non so a cosa facciano riferimento e dove abbiano visto queste cose, anzi sarebbe importante conoscere la fonte e il presidente Conte dovrebbe chiarirlo».

Le scuse del ministero dell’Istruzione

«A quale scuola fa riferimento il premier. Basta usare il nome di Scampia come esempio negativo», questa la domanda precisa a cui il Miur ha risposto nella serata di ieri, facendo marcia indietro su quanto affermato. La «precisazione dovuta per correttezza nei confronti della comunità scolastica e della municipalità di Scampia» riguarda il fatto che l’esempio di Scampia non era corretto e che faceva riferimento a situazioni esistenti in altri territori della stessa provincia che sono ad alta intensità abitativa e in altre aree del paese.

 

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