Salvini paragona Conte e Di Maio a «Scemo e più scemo»

18/10/2019 di Enzo Boldi

L’invito del presidente Sergio Mattarella – fatto già diversi mesi fa e ribadito nel momento della formazione del governo Conte-2 – a utilizzare linguaggi più consoni e meno violenti non entra nella testa di molti politici, spesso più impegnati a cercare battute e ironie da regalare ai propri fan sui social che nel fare il parlamentare di professione, lavoro per cui vengono lautamente pagati. E seguendo questo cattivo esempio continua la propaganda quotidiana del senatore-viaggiatore Matteo Salvini. Questa volta usa un paragone cinematografico per parlare di Conte e Di Maio: Scemo più scemo.

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«Al governo ci sono scemo più scemo. Mettono le tasse, poi gli italiani se ne accorgono e cercano di tornare indietro – ha detto Matteo Salvini nella sua consueta diretta su Facebook -. Stanno massacrando le partite Iva e i piccoli artigiani ma noi daremo battaglia: la piazza di domani è la piazza degli italiani che non vogliono essere spennati per l’ennesima volta. Hanno detto che facevano il governo per togliere l’Iva, tagliare le tasse, il cuneo fiscale, dare gli asili nido gratis, è sparito tutto».

Scemo più scemo al governo

I soggetti a cui era rivolta quella citazione cinematografica erano il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Insomma, i suoi due ex alleati nel precedente Esecutivo che ora è costretto a guardare dalla piazza e non più dall’interno di Palazzo Chigi. E quel titolo, Scemo più scemo (o Scemo e più scemo) riporta alla pellicola di 25 anni fa, diretta da Peter Farrelly e interpretata da Jim Carrey e Jeff Daniels.

I personaggi e il titolo

Per chi si ricorda di cosa stiamo parlando, capisce al volo (anche se già il titolo non lascia spazio a interpretazioni) il tenore dell’affermazione del senatore Salvini nei confronti di Conte e Di Maio, che lui chiama Giuseppi e Giggino con fare cabarettistico.

(foto di copertina: da locandina di Scemo e più scemo + ANSA/ETTORE FERRARI)

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