Quello che sta succedendo a Facebook è lo scandalo del secolo

Uno scandalo talmente enorme che non si sa da dove inziare. Il ciclone Cambridge Analytica che ha travolto Facebook (e i suoi utenti) sta diventando davvero l’affare del secolo, come ha sottolineato in un suo intervento il garante della privacy dell’Unione Europea Giovanni Buttarelli. Il sistema del furto dei dati degli utenti, utilizzati poi per scopi elettorali, era piuttosto consolidato e – a quanto pare – non certo una novità.

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SCANDALO FACEBOOK, LE PAROLE DI BUTTARELLI

Sempre secondo Buttarelli, infatti, non è da escludere che quanto avvenuto negli Stati Uniti possa essersi verificato anche in Italia dove Cambridge Analytica ha aiutato – con l’elaborazione di un case study – un partito nato negli anni Ottanta che ha avuto i suoi ultimi sussulti elettorali nel 2012. Il sistema era quello di utilizzare i dati degli utenti per profilarli e, di conseguenza, offrire loro delle indicazioni specifiche che potessero indirizzare le loro scelte.

«Il modo in cui il sistema funziona, dai likes alle fan page sino alla geolocalizzazione – ha detto Buttarelli – è globale, è esattamente lo stesso, non c’è un approccio nazionale». Pertanto, potrebbe aver influito anche sulle elezioni italiane. E se il capo della sicurezza del social media smentisce le dimissioni (la notizia si era diffusa questa mattina), nel frattempo, Facebook continua a crollare in borsa, un colpo dopo l’altro. Negli Stati Uniti si direbbe che si sta avviando verso una morte da mille coltellate. La Federal Trade Commission, l’antitrust americana, avrebbe avviato un’indagine su Facebook sull’uso dei dati personali. Dall’altro lato dell’Atlantico, invece, il ceo di Facebook Mark Zuckerberg è stato convocato per un’audizione sullo scandalo.

SCANDALO FACEBOOK, LA TESTIMONIANZA DELL’EX DIPENDENTE

Un vero e proprio disastro che si arricchisce anche di alcuni dettagli inquietanti, come la testimonianza di un ex dipendente del social network riportata dal Guardian. Sandy Parakilas, ex responsabile della violazione dei dati da parte di sviluppatori software di terze parti tra il 2011 e il 2012, ha affermato che la superficialità del social network nel trattamento dei dati personali era imbarazzante.

SCANDALO FACEBOOK: UN MERCATO NERO DEI DATI

Più volte Parakilas avrebbe avvisato i vertici dell’azienda dei rischi che si potevano correre, ottenendo sempre delle risposte vaghe e non definitive: «È stato doloroso guardare – ha affermato al Guardian – senza poter far nulla, mentre tutto si stava verificando: non c’era assolutamente nessun controllo sui dati che Facebook forniva a terzi. Una volta che i dati lasciavano i server del social network non c’era alcun controllo, e non c’era nessuna comprensione di quello che stava succedendo».

Secondo l’ex dipendente di Facebook, esisteva una sorta di mercato nero dei dati degli utenti sul quale i vertici dell’azienda gli avevano fatto capire che sarebbe stato meglio non indagare. Lo sviluppo successivo della vicenda sembra gli abbia dato ragione. Quello che sta succedendo al social network più famoso del mondo sembra davvero essere una sorta di viale di non ritorno.

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