Savona, processo contro l’hater leghista di Laura Boldrini: le associazioni ammesse come parte civile

Una decisione a suo modo storica da parte del giudice del tribunale di Savona, nel giorno dell’udienza per il processo che giudicherà Marco Camiciottoli, il sindaco leghista di Pontinvrea (Savona) che aveva augurato lo stupro a Laura Boldrini con un post sui social network. La prima decisione, infatti, riguarda il fatto di aver ammesso come parte civile le associazioni che ne avevano chiesto la facoltà. Si tratta, in pratica, di un importante riconoscimento: la tutela dell’integrità del singolo, in questo caso Laura Boldrini, viene di fatto riconosciuta come un bene che riguarda i diritti di tutte le donne.

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Savona parte civile per le associazioni che lottano per i diritti delle donne

Le associazioni ammesse nel processo come parte civile sono Udi con l’avvocato Barbara Pasquali, Differenza Donna seguita dall’avvocato Teresa Manente, Snoq Torino con l’avvocato Michela Quagliano, D.i.R.e. seguita dal legale Nadia Calafato e il Centro per non subire violenza -Onlus con l’avvocato Sabina Castagnetta.

La storia delle associazioni scese in campo con Laura Boldrini a Savona

L’Udi – l’Unione delle donne d’Italia – è stata costituita con questo nome nel 2003, ma le sue radici affondano addirittura nel periodo della Seconda Guerra Mondiale: una lunga tradizione di difesa dei diritti delle donne e di antifascismo alle spalle. Differenza Donna, nata a Roma nel 1989, ha da sempre cercato di conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza di genere, suo primario obiettivo, portato avanti con successo nel corso degli ultimi decenni.

Snoq (Se Non Ora Quando) della sezione di Torino aveva spiegato così la sua decisione di costituirsi parte civile nel processo contro Camiciottoli: «Occorre far sapere a tutte le donne – si legge in un comunicato precedente alla data dell’udienza – che non sono sole e che, contro qualsiasi violenza subiscano, ci sono altre donne pronte a sostenerle e a schierarsi con loro». D.i.Re, Donne in rete contro la violenza, e il Centro per non subire violenza – Onlus hanno sempre promosso delle iniziative a tutela delle donne e di ogni forma di violenza perpetuata nei loro confronti.

Il passaggio che è stato fatto quest’oggi nell’aula del tribunale di Savona non soltanto rafforza la battaglia per i diritti delle donne, ma rappresenta senz’altro un punto di svolta nell’ambito dell’odio diffuso in rete.

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