Lancia sassi dal cavalcavia a 11 anni: «I carabinieri non mi possono fare niente, sono piccolo»

L’intervista che Repubblica ha proposto quest’oggi ci fa piombare improvvisamente in una zona grigia. Quella, cioè, della distanza tra noi e i nostri figli e di quello che fanno nel loro tempo libero, sin da giovanissimi, quando non vengono sorvegliati. Il ragazzino che a 11 anni è stato individuato dai carabinieri mentre lanciava sassi dal cavalcavia sulla Torino-Aosta sembra non essere pentito del suo gesto.

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SASSI CAVALCAVIA 11 ANNI, UNA LEGGEREZZA DISARMANTE

«A me non importa se i carabinieri mi hanno portato in caserma, tanto sono piccolo e non mi possono fare niente. Quando li ho visti mi sono messo a ridere – ha rivelato a Repubblica -. Sono preoccupato per la punizione che mi ha dato la mamma: ma noi non miravamo alle macchine». Già, perché a quanto pare, l’11enne non era da solo. Insieme a lui, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, c’erano altri due coetanei e un 40enne con qualche problema psichico.

Sembra non avere minimamente la percezione di quello che ha fatto: i suoi lanci hanno portato una 29enne che andava al lavoro fuori strada, fortunatamente senza più gravi conseguenze: «Poco prima che io passassi sotto il cavalcavia – ha detto la donna -, vicino allo svincolo di Volpiano, li ho visti alzare le braccia e lanciare alcune pietre».

Ma non sono le conseguenze del gesto a preoccupare. Piuttosto, la leggerezza con cui il ragazzino ha interpretato il suo gesto. I capelli a spazzola, come si vede in tv, un ottimo rendimento scolastico. Eppure, è un vero e proprio disastro nel comportamento, come ha sottolineato la mamma. «Davvero è morta della gente in passato? Ma i nostri sassi erano piccoli così – ha detto il ragazzino -. Del resto, i carabinieri mi conoscono, ma non mi possono fare niente perché sono piccolo».

SASSI CAVALCAVIA 11 ANNI, LA REAZIONE

I social network, la televisione, l’emulazione dei comportamenti negativi. Gli adolescenti di oggi sono sempre più incontrollabili e possono sfuggire a qualsiasi logica comportamentale. I genitori possono essere rassicurati (e ingannati) dai bei voti in pagella, dall’obbedienza in casa, dall’apparente innocenza della vita domestica. Ma il problema è lì fuori (e per «fuori» si intende anche il mondo del web): i ragazzini si trasformano e diventano schegge impazzite. Casi del genere non possono passare inosservati.

FOTO ARCHIVIO/ANSA

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